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Cari blogger, i bilanci di fine anno sono le nostre carte d'identità

Guido Mocellin venerdì 2 gennaio 2015
Sul WikiChiesa pubblicato il 31 dicembre ho ceduto alla più forte tentazione di fine anno, il "bilancio". Ma la mia successiva navigazione tra i siti e i blog attenti all'informazione ecclesiale mi ha confermato che ero in ottima compagnia: vi si è dedicata una pagina web su 10. Propongo di sorriderne, vedendo se ciascun bilancio è anche rivelatore dell'identità di chi lo fa.C'è un po' di autocelebrazione e molto esame di coscienza in "Terre d'America" e in "Vino Nuovo": il primo rilegge – come ogni fine mese – le sue cinque notizie più cliccate in dicembre, mentre il secondo, per mano di Diego Andreatta, ripercorre i post di tutto il 2014 e verifica così come ha funzionato il suo "setaccio" comunitario.C'è fedeltà alla memoria dei pontificati precedenti sia in "Raffaella Blogpapa", che ripropone l'omelia di Benedetto XVI al Te Deum del 2005, sia in "Korazym", dove Angela Ambrogetti rievoca l'emozione particolarissima, «ancor più per noi donne», della canonizzazione di Giovanni Paolo II (mentre Andrea Gagliarducci suggerisce un retrospettivo «alfabeto 2014» di papa Bergoglio rivolto a «cercare di comprenderlo»).C'è infine chi, come Fulvio Scaglione sul sito di "Famiglia cristiana", ricapitola sul versante civile «le grandi paure» coltivate nell'Italia nel 2014 in un'unica «paura dell'invasione», entro la quale dominano il fattore etnico e anche quello politico-religioso (la paura dell'Is).E quanto a paure religiose, anzi ecclesiali, è certo che c'è una porzione di Chiesa che, se pensa al Sinodo sulla famiglia (a quello celebrato e a quello ancora da celebrare), proprio non riesce a dormire. Se in questi giorni il tema dell'"intersinodo" ha avuto di nuovo, in Rete, un certo vigore, è grazie alla squadra dei "preoccupati" (uso un eufemismo) dalla dinamica della sinodalità, che ha rifilato un 5-1 a quella dei "fiduciosi". La quale temo confidi, troppo pigramente, nei gol di papa Francesco...