Capovilla, «memoria» di papa Giovanni
È stimato dal futuro Paolo VI, che poi lo vuole anche “perito” al Concilio, lo consulta per importanti scelte nella diocesi di Roma, fino allora “dependance” della Curia e il 26 giugno 1967 lo consacra in San Pietro arcivescovo di Chieti . Eccolo dunque in Abruzzo. Un ricordo: per le prime settimane in diocesi mi chiede di fargli da segretario in attesa dell'arrivo di don Gianni Bianchi, prete veneziano poi presto vittima di un incidente alpinistico. Ecco: “don Loris” e i problemi della terra abruzzese, in primo piano lo strapotere di politici illustri esortati a servire il popolo, e se cattolici - come si dicono - a non servirsene a scopo di clientele e potere…Nomi potenti e prepotenti rimbalzano a Roma, e nel 1971 don Loris è nominato delegato pontificio per il Santuario di Loreto e arcivescovo titolare di Mesembria. Una presenza all'ombra luminosa di Maria che dura 17 anni. Il 10 dicembre 1988 lascia ogni incarico pastorale, si trasferisce a Sotto il Monte, natale di papa Giovanni, e si dedica a ricerca e pubblicazione dei suoi scritti – “Giornale dell'Anima” e molti altri – un patrimonio vastissimo. Intanto accoglienza paterna a chi bussa alla sua porta: una vitalità impressionante. Ricordo: a fine anni '80 volle che lo accompagnassi a Fontanelle, qualche chilometro da Sotto il Monte, a trovare l'amico Davide Turoldo, Servo di Maria di nome e di fatto, grande testimone di santità autentica e cultura profonda. La sua casa restò aperta a tutti: chi bussava era accorto da fratello e da amico. Passano gli anni, sempre lucido e carico di vita fino agli ultimi giorni. Frattanto il 12 gennaio 2014 a sorpresa di tutti papa Francesco lo crea cardinale. È sorpreso e sorridente quando qualcuno lo raggiunge per congratularsi e il 1 marzo 2014 il decano cardinale Sodano sale a Sotto il Monte per imporgli la berretta rossa. Il 14 ottobre 2015 è centenario, e festeggia con i profughi accolti a Sotto il Monte. Fino all'ultimo vivace, amichevole, capace di scrivere biglietti di saluto e di auguri. Negli ultimi giorni la sua voce si fa flebile, anche al telefono, le forze mancano e lo portano alla clinica Palazzolo di Bergamo, dove il 26 maggio, festa del Corpus Domini e anniversario della morte del padre, saluta in preghiera e se ne va. La tomba, come suo desiderio, nel cimitero di Fontanelle accanto a quella del suo e nostro David Maria Turoldo. Un ultimo ricordo, personale e felice. Egli stesso mi ha raccontato che alla sera dell'11 ottobre 1962, apertura del Concilio, il Papa si affacciò sollecitato da lui e inventò il discorso della Luna, forse il più celebre della storia di tutti i Papi. Quando rientrò consegnò la stola a Capovilla e gli disse: «Non sapevo proprio cosa dire, ma mi sono raccomandato alla mia Teresina!». Teresa di Lisieux, dottore della Chiesa e maestra dei teologi accanto a papa Giovanni e al suo e nostro don Loris, per l'eternità.