Scorre in numerosi rivoli la riduzione della spesa pubblica, perno della legge di stabilità per il 2015. Fra i diversi tagli di spesa è stata prevista anche la cancellazione delle terapie accessorie per i lavoratori che effettuano le cure termali concesse dall'Inps. Si tratta di prestazioni marginali nel contesto dei sostegni della previdenza, tuttavia contribuiscono, accanto alle cure principali, ad evitare, a ritardare o a rimuovere una situazione di invalidità lavorativa, con effetti sul relativo pensionamento. Alle terapie accessorie sono interessati in questi giorni i lavoratori che devono presentare all'Inps la richiesta di cure per il 2015. Questa va inviata esclusivamente per via telematica utilizzando il proprio codice Pin oppure tramite un patronato. Nel fare la domanda, entro venerdì 31 ottobre, va messo in conto che le cure accessorie non saranno più concesse dall'Istituto, a causa del taglio della legge di stabilità. Mentre le cure fondamentali sono e restano a carico del Servizio sanitario nazionale, col relativo ticket pagato dal paziente, le prestazioni accessorie sono poste a carico della gestione Inps che assicura il lavoratore. Dal prossimo anno però queste gestioni saranno alleggerite dal relativo onere. La legge sarà in vigore dal 1° gennaio 2015 e taglierà quindi le cure accessorie anche sulle domande che saranno presentate in questo mese. Per completare il taglio, la legge elimina le cure anche alle gestioni Inps per gli elettrici, i dazieri, gli autoferrotranvieri, i telefonici, i piloti, i dirigenti industriali, i lavoratori dello spettacolo. A parità di fondi di previdenza, si salvano invece i giornalisti assicurati all'Inpgi.Diritto alla salute. Le prestazioni sanitarie aggiuntive (idromassaggi, inalazioni, aerosol, irrigazioni, marconiterapia, radarterapia, ultrasuoni ecc.) contribuiscono all'efficacia dei fanghi o dei bagni termali, sempre previa prescrizione del sanitario delle terme. In ambito Inps le cure secondarie sono concesse in numero variabile, fino a 6/12 sedute, a sostegno dei cicli di cura fondamentali per le varie forme di reumatismi, artriti e malattie delle vie respiratorie. Il nuovo taglio al regime delle cure non esclude però che il lavoratore possa scegliere di pagare di tasca propria le prestazioni aggiuntive che favoriscono il recupero fisico. Questo aspetto mette in luce il fondamentale diritto alla salute, che racchiude anche le prestazioni accessorie, un principio garantito dalla Costituzione e in più occasioni confermato dalla Corte Costituzionale. Tempo al tempo, le cure accessorie potrebbero ritornare a carico del Servizio sanitario nazionale.