C’è una tv verde che fa concorrenza per quantità a quella bianca dei camici dei dottori, ovvero alle fiction e agli approfondimenti più o meno giornalistici su medicina e dintorni di cui sono pieni i palinsesti televisivi. Ci riferiamo ai programmi che si occupano d’ambiente, ma anche di animali, coltivazioni e cibo. Programmi meritori, ci mancherebbe altro. Certo è che ce ne sono tanti nella storia della televisione italiana, a partire ovviamente dalla settantenne Rai. Pensiamo a La tv degli agricoltori, ad A come Agricoltura o Agricoltura domani. Poi, con il venir meno dei contadini, si è puntato sempre più sul racconto delle «meraviglie d’Italia», sull’aspetto turistico, culturale ed enogastronomico, sui personaggi del luogo. Ecco allora Linea verde con i suoi spin-off estivi fino ai più recenti Il provinciale o Il Palio d’Italia, dove entrano in gioco anche i piccoli borghi, altro argomento più che trattato in televisione. A unire tutti è comunque la terra, che ognuno, però, interpreta in modo diverso: come base per il nostro sostentamento, come bellezza naturale, come meta turistica o come ricerca delle proprie radici dal punto di vista storico, culturale e scientifico. Fermo restando il binomio territorio e gastronomia sul quale si basa anche Melaverde, il programma di Canale 5 (ideato da Giacomo Tiraboschi, condotto da Ellen Hidding e Vincenzo Venuto con la regia di Valter Borsani) in onda la domenica mattina alle 10,50 dopo la Messa con in apertura le repliche di alcuni servizi delle passate stagioni all’interno de Le storie di Melaverde. Qui si possono conoscere gli alpaca come cugini di montagna dei cammelli o le pecore con gli occhiali, ma anche scoprire che le pecore nere esistono davvero e non solo nei modi di dire. Che poi anche loro, per quanto detto, finiscano sulle nostre tavole è abbastanza scontato.
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