Calcoli senza equilibrio dopo il taglio degli eletti
Eliminata anche una clausola transitoria superata dagli eventi, della proposta Fornaro è rimasto in campo un unico articolo, secondo cui «il Senato della Repubblica è eletto su base circoscrizionale» e non «a base regionale» come recita il primo comma dell'art. 57 nella formulazione vigente, pallido residuo del dibattito tra i costituenti intorno all'ipotesi di un Senato fortemente collegato alle Regioni. In concreto, significa soltanto che ogni Regione costituisce una circoscrizione elettorale e i voti espressi dagli elettori locali valgono nella ripartizione dei soli seggi spettanti a quella Regione. L'eliminazione di questo vincolo, nelle intenzioni dei proponenti, consentirebbe una maggiore flessibilità nella legislazione elettorale così da ridurre il più possibile le discrepanze rispetto al sistema della Camera – con il cronico problema di maggioranze diverse nei due rami del Parlamento – permettendo teoricamente di introdurre, per esempio, un premio di maggioranza nazionale anche al Senato, dopo che la Corte costituzionale ha bocciato i premi attribuiti su base regionale. La modifica potrebbe inoltre aprire la strada a un correttivo per gli effetti di compressione della rappresentanza provocati dal taglio dei parlamentari. Nelle Regioni più piccole, infatti, per il Senato scatterebbe una soglia di sbarramento implicita elevatissima. Il caso più eclatante è quello della Basilicata: passando da sette a tre senatori, anche un partito intorno al 15 per cento rischierebbe di non avere rappresentanti a Palazzo Madama. Con un enorme spreco di voti.
Nonostante un clima dialogante e i riconoscimenti alla correttezza del relatore, nei giorni scorsi la discussione generale nell'Aula di Montecitorio ha confermato però il dissenso del centrodestra già emerso in commissione. Il timore, in buona sintesi, è che la legge Fornaro possa diventare il cavallo di Troia per una riforma elettorale in senso proporzionale. E il suo cammino, almeno per ora, appare destinato a interrompersi.