Se fossi un cinghiale, avrei le idee confuse. Se fossi un cacciatore, pure. Non sarà la notizia del giorno, questa dei presunti e imminenti abbattimenti di cinghiali nei centri urbani, ma è la più controversa. Il 22/12, giovedì scorso, non sembrano esserci dubbi. I toni sono drastici. “Stampa”, pagina intera dal titolo: «Cinghiali, caccia in città». “Repubblica”, “racconto” di Sebastiano Messina dal titolo: «Safari e grigliate, l’ora dei nuovi passatempi metropolitani». “Domani”: «FdI amici dei cacciatori. Potranno sparare ai cinghiali in città». La notizia, vera o presunta, si presta all’ironia e ancor più al sarcasmo, soprattutto da sinistra, essendo il governo di destra. Il giorno dopo, ieri (23/12), sul “Fatto” Alessandro Robecchi ci dà dentro di buzzo buono, e pure il titolista. Occhiello e titolo: «Abbattimenti di massa. Sparare e pure mangiarli. Parte la corsa ai giubbotti antiproiettili? Gli anni di piombo della caccia al cinghiale». Piccolo assaggio del pezzo: «Zelanti cacciatori potranno girare tra cassonetti, giardinetti e controviali armati fino ai denti, colpo in canna, sguardo vigile, visori notturni, cani da punta, giberne piene di cartucce, stivali da palude», eccetera.
Ma sarà proprio così? Qualche dubbio è lecito averlo. In effetti il ministro Francesco Lollobrigida, intervistato da Virginia Piccolillo (“Corriere”), afferma: «In città e nei parchi non si potrà mai cacciare. Ma procedere ad abbattimenti selettivi come già avviene ora». Sulla “Repubblica”, accanto al titolone: «Cinghiali, animalisti in rivolta», compare un modesto ma significativo colonnino di spalla in cui Tommaso Foti, intervistato da Massimo Calandri, sbotta: «Solo un matto, o uno in malafede, può sostenere che vogliamo sparare ai cinghiali in città. Due milioni e passa di ungulati sono un grave pericolo per l’economia italiana e la sicurezza quotidiana. Ma il problema non si rivolve certo trasformando le nostre strade in un Far West. Non l’abbiamo mai nemmeno pensato» Questo accade a pagina 25. A pagina 35 la vignetta di Biani mostra una bimba accanto a un signore con doppietta in spalla. «Dove mi porti papà?». «A sparare ai giardinetti». Pensi: è il solito battibecco destra-sinistra. Poi su “Libero” trovi Vittorio Feltri in difesa dei cinghiali paciocconi, e buonanotte.
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