Ragazzi che muoiono sulle strade quando ritornano da una festa, gente uccisa per vendetta o per essere derubata, gente che lascia la vita per una malattia improvvisa, gente che non nasce per l'egoismo di altri. Popoli che muoiono di sete e di fame nei deserti od oppressi perché professano una religione differente da chi al momento detiene il potere. Quanto dolore su questa Terra. Se poi ci chiediamo a quale scopo tutto ciò succeda, non troviamo risposta e per sopravvivere ci chiudiamo nel piccolo cerchio della nostra vita per non vedere, né sentire. Tutti noi, quando siamo arrivati in questo mondo, assieme al primo respiro abbiamo anche emesso il primo grido. Era di dolore o di trionfo di essere riusciti ad afferrare la vita? Quella piccola voce portava con sé l'una cosa e l'altra. Era la prima lezione di cosa ci avrebbe aspettato negli anni, la prima sensazione di freddo e subito dopo il calore emesso dalle mani di chi ci teneva tra le braccia. Sempre due cose contrastanti che ci avrebbero accompagnato, di cui era bene renderci conto e tenere presente per camminare diritti senza paura. Abbiamo dipinto il dolore e la morte come qualcosa di oscuro, di ingiusto e inaspettato, mentre tutto ce li ricorda, non solo nei fatti che ci colpiscono oggi, ma nella nostra storia, nelle interpretazioni delle arti, della musica, del canto. Anche per chi non sa credere in un futuro diverso è infine un compimento di un tipo di vita che non sparisce per sempre. La natura ci insegna che il seme rinasce, così ognuno di noi lascia la parte positiva che ha costruito negli anni come eredità a chi farà domani il primo grido di dolore o di trionfo. Comunque siano i nostri giorni, non passeranno inosservati dal cielo e dalla terra e non verrà perduto il bene che abbiamo fatto, che può essere il lavoro quotidiano anche quando è solo accettato e sembra inutile e faticoso, o l'impegno di chi aiuta mediante il proprio studio a rendere più facile il vivere di tutti. A volte basta una briciola di tempo dedicata all'ascolto di chi non ha con chi parlare, una mano aperta a chi fatica a camminare o a salire un gradino, per farci sentire più vero il calore del sole un mattino. L'umanità va vista per intero come un mosaico, che nelle sue piccole tessere e nei colori diversi dà vita a un quadro splendido e senza tempo dove ogni piccolo disegno fa la sua parte – della quale non si può fare a meno. Quando riusciremo ad avere questa visione d'insieme, allora sarà facile ritrovare il senso della nostra vita, la gioia di essere necessari, ricercati, voluti. I nostri giorni diventeranno importanti, lo scorrere delle ore e degli anni avrà uno scopo: quello di portare anche noi il nostro piccolo tesoro, quale è la vita, per completare il quadro eterno che siamo chiamati a formare.