C'è il pit stop per i lavori usuranti
Riforma Monti. Il decreto «salva Italia», pur cancellando per tutti «quote» e «finestre», riserva tuttavia un'opportunità per i lavoratori usurati. Per questo settore la riforma cancella l'anticipo di tre anni per il pensionamento, ma lascia in vita il sistema delle quote e delle finestre. Dal 2012, per gli uomini e per le donne, occorre avere un'età minima di 60 anni e totalizzare con i contributi «quota 96» (60 più 36 oppure 61 più 35). Dal 2013 è richiesta «quota 97» ma con un'età minima di 61 anni (61 più 36 oppure 62 più 35). Inoltre al sistema delle quote va aggiunta una finestra mobile di dodici mesi.
Turnisti e notturnisti. La riforma calca ancor più la mano per gli addetti a lavorazioni svolte in turnazione oppure di notte (almeno sei ore). Le quote si fanno più pesanti in relazione al numero delle notti lavorate: salgono fino a quota 98 o 99 con età minime di 62 e 63 anni.
Cumulo benefici. Le regole sulla materia in vigore fino al 31 dicembre 2011 prevedono il divieto di cumulare altri bonus pensionistici insieme allo sconto per il lavoro usurante. Il ministero del Lavoro ha chiarito, di recente, la portata di questo divieto. Fino a questo dicembre, il cumulo è consentito per i lavoratori esposti all'amianto e per i lavoratori marittimi. Con l'avvio della riforma, il cumulo resta parzialmente per i colpiti dall'amianto: vale solo per determinare un maggiore importo della pensione e non più per conseguirne il diritto attraverso il nuovo sistema delle quote. Si ritiene che possa essere confermato il cumulo integrale per i lavoratori marittimi, che godono di un meccanismo di prolungamento dei periodi lavorativi. Le agevolazioni introdotte per il settore (legge 413/1984) tutelano infatti una classe di lavoratori particolarmente esposti a processi di mobilità e di discontinuità nel rapporto di lavoro. Un rapporto che non consente neppure di usufruire dei naturali riposi settimanali.