Ma noi, siamo capaci di lottare per il mondo in vera gratuità? Siamo in grado di farlo senza cercare e pretendere tornaconti? Bisognerebbe. Anche nella canzone d'autore, ci vorrebbero più incitamenti alla gratuità dell'agire: eppure solo nel mondo unico e speciale del Teatro Canzone, è nata una riflessione sul tema. «Ho visto aiutare chi sta male, sperare in un mondo più civile… Ho visto genitori comprensivi e insegnanti pieni di psicologia… Ho visto tanti giovani lottare, tanti giovani impegnati militare nei partiti… Ma non ho visto mai nessuno, buttare lì qualcosa e andare via». Quel brano osava cantare anche il rischio, dell'agire pretendendo sempre un ritorno concreto delle nostre azioni. «Insegnare la conoscenza, imporre la propria esperienza, guidare per farsi seguire… Decidere per gli altri dentro una stanza, sapersi organizzare con efficienza, cambiare! Per poi… reinventare il potere». Così era amara, la chiusa «Non ho visto mai nessuno, buttare lì qualcosa e andare via». Però noi dovremmo cancellarla quell'amarezza, perché l'abbiamo visto, qualcuno capace a teatro di buttarci in faccia più di qualcosa, spesso tutto. Qualcuno che poi se ne andava, lasciando noi a far di conto con la coscienza. Voleva, e ci credeva davvero, che noi crescessimo. Non dimentichiamo la fortuna di avere conosciuto Giorgio Gaber.