Mi scrive Alessandro dall'Ossola: «Il sindaco di Borgomezzavalle (Valle Antrona) sta facendo un grande lavoro per mantenere aperta la bottega di paese, che oggi si dimostra un punto fondamentale di accesso ai generi di prima necessità per una valle intera. Questo evita di far convergere molte persone nei supermercati». Ma al pc mi passa davanti un dato di Confesercenti: il 44% dei titolari di attività non esclude l'eventualità di non riaprire più. Se il ritornello di questi giorni è che nulla sarà più come prima, questi dati parlano fin troppo chiaro. Ma non sono gli scenari pessimistici che vogliamo evidenziare, piuttosto quanto lo stravolgimento da coronavirus condurrà a un cambiamento nella considerazione delle priorità da parte della politica. Partendo appunto dai piccoli centri urbani, che in questi anni sono stati impoveriti fino all'osso, privati dei servizi essenziali, costringendo le botteghe a chiudere. Dunque è questo il Paese che ci immaginiamo? Ridotto a concentrarsi solo nei grandi agglomerati? E così per le botteghe: devono sparire in nome di una supremazia della grande distribuzione organizzata? Ovviamente non ci sarà nessun Grande Fratello che deciderà la vita o la morte di uno o dell'altro, ma se la politica non considera essenziale il ripopolamento dei piccoli centri urbani è chiaro che una decisione è già presa. La bottega di prossimità è stata un presidio efficace nell'emergenza per i più anziani, impossibilitati a muoversi (e per fortuna, a leggere i dati del mio piccolo paese con zero contagiati). In molti casi la bottega ha attuato la consegna a domicilio, svolta in maniera ordinata e puntuale. Ma lo stesso fanno i ristoranti con un servizio di delivery. Negli Usa il fenomeno è in fase già avanzata, con l'affidamento a terzi della consegna a domicilio. Si chiama Dark Kitchen ed entro il 2030 potrebbe raggiungere un potenziale di business di 365 miliardi di dollari. Ristoranti digitali: non fantascienza, ma ciò che sta maturando nella mente di tanti piccoli imprenditori alla vigilia di un collasso. E che ne sarà delle pasticcerie chiuse, dei fioristi? Alcuni hanno iniziato ad attuare ciò che due mesi fa lanciammo qui: la colleganza. La pasticceria è stata adottata dalla panetteria, mentre i fiori un giorno li prenderemo al ristorante... Uniti e collegati, in qualche modo si riparte.