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Bonifiche e irrigazioni: l'acqua crea lavoro

Andrea Zaghi domenica 12 luglio 2020
L'acqua dà lavoro. Non si tratta di un'ovvietà, ma di qualcosa di molto importante. Perché con la buona gestione delle risorse idriche, è possibile non solo tutelare il territorio e produrre più alimenti, ma anche creare lavoro e ricchezza (per tutti). Certo, servono progetti di investimento seri e la volontà di condurli efficacemente. Servono soldi, naturalmente. Che, tuttavia, saranno ben spesi. Sono questi i messaggi emersi dall'assemblea 2020 di Anbi, l'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, che una volta si chiamava delle "bonifiche e irrigazioni". Già, perché la gran cultura dell'acqua e del suo buon uso, in Italia ha origini antiche: nel nostro Paese alcune delle migliori terre agricole ancora sfruttate sono state strappate a forza di braccia proprio con lavori di bonifica che hanno fatto scuola nel mondo. E dei quali oggi si dovrebbe recuperare memoria. Perché in fin dei conti, quello che oggi Anbi propone è un grande piano di bonifiche capaci di ricostruire un territorio per troppo tempo trascurato e, appunto, creare ricchezza e lavoro. L'associazione lo ha detto chiaro: le progettualità dei consorzi di bonifica ed irrigazione mettono, a servizio del Paese, oltre 3.800 progetti, capaci di garantire quasi 55.000 posti di lavoro. Senza dire degli effetti successivi. Una proposta alla quale lo Stato in qualche modo risponde. Il governo e il Mit – è stato detto in assemblea – stanno lavorando bene e le infrastrutture idriche entreranno a far parte delle grandi cose necessarie per dare un nuovo impulso all'Italia. Buona volontà, dunque, che dovrebbe concretizzarsi in un Piano Invasi con 1,6 miliardi di euro da programmare ed investire nelle opere idrauliche, che risultano prioritarie. Mentre nei prossimi mesi partiranno, sempre stando alle dichiarazioni degli esponenti di governo, gli investimenti del Fondo Infrastrutture Strategiche che prevede interventi per circa 300 milioni di euro diluiti su circa 10 anni. In attesa, sempre ANBI riporta però un dato che fa pensare. «Oggi – dice una nota dell'associazione –, solo il 20% dei provvedimenti del Governo trova concreta ricaduta sul territorio di un Paese, dove mediamente servono 11 anni per realizzare un'opera pubblica ed i grandi investimenti per le infrastrutture idriche al Sud risalgono ancora al tempo della Cassa per il Mezzogiorno. Insomma, se la buona volontà c'è davvero, è necessario però che si faccia vedere, presto, bene e con efficacia».