Boccherini e Pärt davanti alla Croce con la Vergine e i loro «Stabat Mater»
Il cd è stato registrato dal vivo presso la Cappella dei Francescani di Saint Nazaire, in Francia, durante l'edizione 2005 del festival di musica da camera "Consonances" e ha visto impegnati cinque strumentisti " due violinisti, un violista e due violoncellisti " e quattro cantanti, sopra i quali spicca il soprano norvegese Mona Julstrud, generosa e ispirata solista dell'opera di Boccherini (1743-1805).
È quest'ultima una pagina sacra di pregiata fattura, la cui plasticità delle forme si proietta ben al di là dei principi imperanti imposti dai coevi dettami stilistici galante e rococò per aprirsi alla progressiva compartecipazione emotiva con i sentimenti di dolore e sofferenza descritti dal testo, in una sintesi esemplare tra impianto musicale, narrativo, meditativo e devozionale, all'interno del quale Boccherini incastona una sequela di preziosi gioielli vocali di intensa espressività. Maggiormente distaccato e rivolto verso una sfera più intima, fisso nella ieraticità del suo scarno linguaggio, lo Stabat di Pärt (classe 1935) si sviluppa interamente intorno a una figura di tre note discendenti, che apre e chiude ciclicamente la partitura, attraversandola in tutto il suo solenne svolgimento come una sorta di leit-motiv, dove si riverbera in modo emblematico la pressante domanda interiore sopra la quale l'artista ha forgiato la sua personale e originale impronta compositiva.
Due prospettive differenti, ma che ci riportano entrambe al fulcro del mistero della Passione: in ginocchio, al fianco della Vergine in lacrime, in attesa del compimento della promessa di resurrezione.