Biopsie polmonari questione di imagingPaoloBenanti
Ma come funziona il sistema? Il device utilizza l'intelligenza artificiale per trasformare le immagini a raggi X in immagini 3D intraoperatorie in tempo reale. Queste immagini permettono ai broncoscopisti di visualizzare l'effettiva lesione polmonare e la sua posizione durante le procedure di broncoscopia diagnostica, consentendo così la biopsia di lesioni polmonari più piccole e di difficile accesso in una fase più precoce che mai.
Sul perché sia proprio l'Italia la sede di questa prima esportazione tecnologica lo spiega David Webster, ceo di Body Vision Medical: «I medici italiani sono sempre stati impegnati nell'adozione di nuove tecnologie che migliorano la cura dei pazienti. Sono strategici nell'acquisizione della tecnologia, considerando il valore che essa apporta al paziente, al fornitore e all'istituzione, pur essendo consapevoli dell'impatto finanziario». Da un punto di vista clinico, i broncoscopisti hanno sempre faticato a ottenere tessuto diagnostico da lesioni polmonari sospette perché non possono vedere la lesione e la sua posizione durante l'esame. L'imaging 3D intraoperatorio supera questo problema consentendo di vedere in tempo reale la lesione e la sua posizione, in modo da poter navigare con precisione verso la lesione e confermare visivamente che stanno effettivamente prelevando campioni di tessuto dalla lesione durante la biopsia. È interessante che questa soluzione non si voglia sostituire al medico nell'atto diagnostico o clinico ma si presenti come una sorta di evoluzione degli strumenti ottici per rendere il medico sempre più consapevole di quanto ha davanti nel paziente concreto. Sarebbe opportuno però poter avere studi su come questi strumenti impatteranno sulla prassi operatoria e sui pazienti. Insomma, l'etica dovrebbe irraggiare tutta la filiera della salute.