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Biologico, export, vino: le conferme della forza dell'agricoltura italiana

Andrea Zaghi domenica 13 agosto 2017
L'agroalimentare italiano ha fatto segnare in questo periodo una serie di record che occorre segnalare. In barba al clima non certo favorevole, alla concorrenza spesso sleale, agli scandali che imperversano un po' in tutta Europa, i campi e le stalle dello Stivale dimostrano – se ve ne fosse ancora bisogno –, tutta la loro competitività. Certo, i problemi da affrontare e risolvere ci sono sempre tutti, ma i numeri positivi sono lì a far vedere il valore agricolo nazionale. Gli esempi "di giornata" sono tre: la crescita dell'agricoltura biologica, il buon andamento delle esportazioni in generale e di quelle di vino in particolare.
Stando alle ultime elaborazioni effettuate dal Sinab (Sistema d'Informazione Nazionale sull'Agricoltura Biologica) per il Ministero delle Politiche agricole: nel 2016 le superfici coltivate con metodo biologico nel nostro Paese hanno sfiorato la quota di 1,8 milioni di ettari, rispetto agli 1,5 milioni del 2015. In termini assoluti, nell'ultimo anno, sono stati convertiti al biologico oltre 300mila ettari. Mentre gli operatori salgono del 20,3% a quota 72.154. Dati che pongono il Paese ai primi posti in Europa. Un primato che ha fatto parlare il ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina di un "modello agricolo italiano" vincente che pure, a quanto pare, non basta ancora a coprire la domanda del mercato interno. Un successo che naturalmente deve essere ben amministrato e che spinge il Parlamento e le organizzazioni dei produttori a lavorare per una nuova legge che regoli il settore.
Accortezza di gestione e programmi d'azione ben definiti devono poi essere messi in campo per continuare a sostenere il buon andamento delle vendite dell'intero comparto alimentare nazionale. Coldiretti parla di un altro record storico, visto che nei primi sei mesi di quest'anno le esportazioni sono cresciute del 10,9% e dopo che già nel 2016 «l'agroalimentare aveva raggiunto il massimo storico di 38,4 miliardi». Quasi i due terzi delle esportazioni agroalimentare finiscono in Europa, ma il mercato degli Usa continua ad essere una delle mete più importanti e il vino con l'ortofrutta fresca le due categorie di prodotto più vendite oltre confine. E proprio il vino costituisce il terzo esempio di cui prendere nota. Secondo le ultime analisi dell'Italian Wine & Food Institute, rilanciate da Winenews, le vendite di vino negli States hanno ripreso a crescere. Oggi l'Italia vitivinicola è in prima fila oltre oceano con una quota di mercato del 26,1% in quantità e del 31,7% in valore ma una concorrenza spietata da affrontare. Esattamente quello che si diceva all'inizio: vinciamo ma dobbiamo essere capaci di continuare a vincere.