Marcelo Bielsa è nato il 21 luglio come Robin Williams, indimenticabile protagonista, nei panni del professor John Keating, di uno struggente film vincitore di un premio Oscar: “L'attimo fuggente”. Abbiamo sognato tutti di avere un professor Keating da ascoltare, capace di salire in piedi sulla sua cattedra e invitare i suoi studenti a fare la stessa cosa, ricordando loro. «È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva».Marcelo Bielsa nasce a Rosario, la città di Ernesto Guevara e Lucio Fontana, in una famiglia un po' particolare. Suo nonno uno dei padri del diritto amministrativo argentino, la madre un'insegnante di storia, il padre (ferocemente contrario alla sua passione per il calcio) un rispettatissimo avvocato. Così come avvocato è il fratello di Marcelo, Rafael, che durante gli anni della dittatura era un militante peronista, arrestato, torturato, fuggito in Spagna e poi, ritornato in patria, per fare per due anni il ministro degli Esteri del governo di Nestor Kirchner. Marcelo Bielsa è famoso come El loco, il matto. Lui, cresciuto in una casa dove c'erano 30mila libri, scelse di fare il calciatore (per poco, perché non si riteneva abbastanza bravo) e poi l'allenatore del settore giovanile del Newell's Old Boys.O lo ami alla follia, o proprio non sopporti questo filosofo dai modi francescani, probabilmente l'uomo più colto dello sport planetario. Circolano in rete alcuni discorsi ai suoi calciatori che fanno immediatamente capire la differenza fra El loco e gli altri e che a sentirli, così come vorresti essere stato uno studente del professor Keating, ti viene da sognare di poter giocare a calcio per Bielsa. O almeno di poterlo ascoltare ogni domenica. Invece, niente da fare. Dopo un accordo raggiunto e siglato con la Lazio, El loco ha fatto il matto e quando ha capito che l'eruditissimo presidente Lotito non gli avrebbe comprato neanche uno dei sette calciatori richiesti per fare il suo calcio, non è salito sull'aereo per Roma. D'altra parte il calcio di Bielsa si fonda su un approccio scientifico-ossessivo che gli ha permesso, dopo la visione di 50mila partite come lui stesso racconta, di catalogare tutti i 28 possibili moduli del gioco del pallone. Possiede tutto il calcio, El loco, e allora, come il professor Keating, guarda alle cose da una prospettiva diversa. Un calcio meraviglioso fatto di verticalizzazioni e di tagli nello spazio, proprio come il suo concittadino Lucio Fontana faceva sulle sue tele.Insomma, che cosa ci siamo persi, cosa si è perso il nostro campionato… Chissà quali duelli verbali, a suon di citazioni latine, con il presidente Lotito! Niente da fare. El loco resta in Argentina, dove crescono le sue quotazioni quale possibile ct della nazionale albiceleste: un ritorno dopo il fallimento alla guida dell'Argentina in occasione dei Mondiali del 2002. Resta nella sua Rosario, dove lo stadio porta il suo nome: così, tanto per capire con chi abbiamo potenzialmente avuto a che fare. C'è chi non rimpiange il fatto che Marcelo Bielsa non sia salito su quell'aereo perché lo ritiene un eterno secondo. Ancora una volta ci pensa lui: «La relazione tra successo e insuccesso è stata fondamentale nella mia vita, ma successo e felicità non sono sinonimi – spiega Bielsa –, dovremmo chiarire alla maggioranza che il successo è l'eccezione, che gli esseri umani solo a volte trionfano. Abitualmente si sforzano, combattono e talvolta vincono, ma solo ogni tanto, molto di rado. Il successo è deformante, rilassa, inganna, ci peggiora e ci spinge a innamorarci di noi stessi. Il fallimento è al contrario formativo, ci solidifica, ci dona coerenza». Peccato, davvero. Ci accontenteremo di vedere come va a finire la causa di Lotito al rampollo della famiglia di avvocati più importante d'Argentina. In fondo, anche questo sarà un bel match.