«Fratelli tutti»: ma sempre confratelli, anche i Papi, come Giacomo della Chiesa, genovese, nobile di famiglia, nato nel 1854. A 21 anni quel "della chiesa" si raddoppia: entra in Seminario, studia a Roma e si prepara alla diplomazia. Prete a 24 anni, subito a Madrid con il nunzio Rampolla Del Tindaro, che nel 1887 è Segretario di Stato e porta a Roma anche il giovane della Chiesa…Morto Leone XIII nel 1903, Rampolla non fu Papa per il veto di Francesco Giuseppe d'Austria, ma il giovane della Chiesa ha fatto carriera e nel 1907 Pio X lo manda arcivescovo a Bologna, anche per qualche ostilità diffusa nei suoi confronti in Vaticano, e infatti lo fa cardinale solo dopo 7 anni, nel maggio 1914. Appena in tempo, e presto è Papa, molto diverso dal suo predecessore: diplomatico e flessibile, delicato e prudente. Anche la faccia parla, del resto: esile, come se stesse sempre in punta di piedi, occhialetti e modi gentili, parole rade…Eletto il 3 settembre 1914, con il mondo in guerra, e dopo 5 giorni la sua esortazione accorata alla pace: no all'uso delle armi, riassetto dell'ordine internazionale, no a nazionalismo egoista, odio di razza e lotta di classe, che messi insieme rovesciano ogni scala di valori…La guerra - grida - è «l'inutile strage!» Dì suo organizza una grande assistenza internazionale alle vittime della guerra, per lo scambio dei prigionieri e per ospedali internazionali. Protesta, quasi unico, per lo sterminio degli Armeni - un milione e mezzo - per mano dei Turchi: inascoltato! Nell'agosto 1917 una "Nota" a tutti i belligeranti condanna di nuovo la "follia" della guerra, chiede dialogo tra gli Stati e invoca un'istanza internazionale che possa mediare tra le Nazioni: ne nascerà l'Onu. La nota arriva in Italia attraverso la mediazione inglese, perché il Vaticano dal 1870 non ha relazioni con l'Italia, e il presidente del Consiglio, Sonnino, la deride e la respinge. Lui però non si rassegna e nel giugno 1919 incarica il cardinale Gasparri di iniziare i contatti con il presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando per superare la "questione romana", anche se inizialmente Vittorio Emanuele III non vuole sentire ragioni e blocca ogni contatto. Non molla, il Papa, e a sorpresa spontaneamente abolisce, stesso anno, la proibizione ai sovrani cattolici di avere relazioni con l'Italia e la Casa Reale, che fino allora comportava la scomunica: a Roma arriva subito, prima in Vaticano e poi dal Re, al Quirinale, il re del Belgio. Il Papa, ancora 1919, consente l'ingresso dei cattolici nella vita politica. Cade così la formula "né eletti, né elettori", e don Luigi Sturzo fonda il Partito Popolare, che alle elezioni ha da subito 100 parlamentari. Non basta: in 8 anni di pontificato Benedetto XV raddoppia il numero delle Nunziature, le ambasciate del Papa - da 14 a 27 - che ristabilisce i rapporti con la Francia, la Cina, l'Inghilterra - qui dopo tre secoli di totale chiusura - e il Portogallo. Ancora: è il primo Papa a capire che il futuro va ben oltre l'Europa: nel 1919 con l'enciclica "Maximum illud" condanna il colonialismo e annuncia la fine dell'eurocentrismo, con l'arrivo sulla scena dei popoli giovani, dagli altri continenti. Capisce ed esalta l'importanza del lavoro umano e la giustizia sociale, fino all'ultimo discorso ai cardinali riuniti…Pensa a dare uno statuto autonomo alle Chiese Orientali, fonda l'Università Cattolica di Milano, estende alle donne l'Azione cattolica e vuole la Fuci, per gli universitari cattolici, promulga nel 1917 il Nuovo Codice di Diritto Canonico, la prima sistemazione dopo tanti secoli dello "Jus Decretalium", insieme di leggi disordinate che spesso andavano ciascuna per conto suo, pensa alle Missioni e dà grande impulso alla ripresa degli studi biblici, dopo il gelo della polemica antimodernista avuto sotto Pio X…Pochi anni, meno di otto, ma intensissimi. Muore a neppure 68 anni, il 22 gennaio 1922. È sepolto nelle Grotte Vaticane.