L'invasione dell'Ucraina ha sostituito di brutto il Covid in tv. Giustamente, si potrebbe dire. Se non fosse che, come si è esagerato con la pandemia, si sta esagerando con la guerra. Nel senso, sia chiaro, di uno spazio dato a tutti i costi, che si abbiano o meno nuove notizie. Uno spazio (tra tg, speciali e talk show) riempito il più delle volte dagli esperti (più o meno tali) di questioni internazionali e belliche che hanno preso il posto dei virologi. Il dovere di informare il telespettatore, soprattutto da parte del servizio pubblico, resta sacro. Ma non lo si fa certo con ore e ore di diretta in cui si deve andare avanti per forza. Le “maratone tv” non sono più un'esclusiva di Enrico Mentana su La7. Ad esempio, la direttrice del Tg1 Monica Maggioni gli sta dando del filo da torcere: ha praticamente monopolizzato tutte le conduzioni degli speciali del suo telegiornale. Ma non solo: è spesso apparsa anche negli altri talk della rete. Ma è pur sempre una giornalista e per di più ex inviata di guerra. Diverso è il caso di quando questioni così complesse vengono affrontate da conduttrici come Barbara D'Urso in programmi che fino al giorno prima si sono occupati perlopiù di gossip. C'è anche un altro aspetto su cui riflettere: l'uso degli inviati (parliamo sempre di quelli delle tv), costretti loro malgrado, in situazioni particolarmente pericolose, a stare ore in collegamento con lo studio in Italia senza mettersi al sicuro e soprattutto (visto il loro lavoro) senza poter raccogliere notizie. Così facendo, e in questo ci rientrano in pieno i canali all news come SkyTg24, si finisce per sminuire il ruolo dell'inviato trasformandolo in una delle tante voci di un talk show. E per assurdo senza far capire al telespettatore le reali condizioni in cui si trova ad operare.