La fede rende "belli", secondo l'antica concezione di bellezza che andava accompagnata con quella di giustizia. Un concetto quasi paradossale se accostato alla vita essenziale e disagiata vissuta dagli eremiti dei primi secoli. Eppure in Oriente e nell'Italia meridionale spesso il nome "Calogero" – che significa "bel vecchio" – era associato a chi viveva da anacoreta, molte volte nei posti più sperduti. Questo rende difficile individuare dati storici sulla vita del Calogero ricordato oggi dalla liturgia. Secondo la tradizione questo testimone "bello e giusto" era nato a Calcedonia verso il 466, arrivando poi da pellegrino a Roma. Si spostò quindi prima a Lipari, poi a Sciacca, dove prese dimora su un monte divenuto in seguito Monte San Calogero. All'eremita sono attribuiti diversi prodigi in vita e viene riconosciuto un prezioso impegno nell'evangelizzazione. Morì forse nel 561.Altri santi. Marco e Marcelliano, martiri (III-IV sec.). Letture. 2Cr 24,17-25; Sal 88; Mt 6,24-3. Ambrosiano. Lv 23,26-32; Sal 97; Eb 9,6b-10; Gv 10,14-18 / Gv 20 1-8.