Basta con il calcio ostaggio degli ultras
vuole andarci per assistere a uno spettacolo sportivo, di poterlo fare senza provare il voltastomaco. Già nel 2017, la Commissione parlamentare di inchiesta nella relazione su “mafia e calcio” sottolineava come l’infiltrazione della criminalità organizzata fosse pervasiva nel mondo del calcio. Non è̀ un caso che, scriveva la Commissione «la forza di intimidazione delle tifoserie ultras all’interno del “territorio-stadio” è̀ spesso esercitata con modalità che riproducono il metodo mafioso». Secondo i dati forniti alla Commissione dalle forze di Polizia, si stimava una quota del 30 per cento di pregiudicati all’interno delle tifoserie, in una condizione di «extra-territorialità» delle curve che rende spesso gli ultras intoccabili, tanto da acquisire il potere di ricattare le stesse società sportive con l’arma della responsabilità oggettiva che espone la società a sanzioni per i comportamenti violenti o discriminatori posti in essere dai suoi sostenitori. Dopo i tanti atteggiamenti a sfondo razziale, antisemita o sessuofobo che troppo spesso si levano dagli spalti degli stadi, sotto la regia di gruppi organizzati di ispirazione nazifascista, registriamo anche questo squallido spettacolo sentito domenica. Il vantaggio per chi segue il calcio in televisione, in questo caso, è stato di poter azzerare il volume, ma non è accettabile l’idea di arrendersi così. Lo sport e il calcio rappresentano fenomeni di massa che mobilitano milioni di praticanti e appassionati, oltre a generare ingenti risorse economiche, e non possono continuare a essere ostaggio di minoranze violente che impongono la loro legge di maleducazione, sopraffazione e illegalità. © riproduzione riservata