Diciamo la verità: qualche risata ce la siamo fatta. Non più di tante, per carità. Comunque ci siamo rilassati ed è già qualcosa, soprattutto in una seconda serata televisiva orfana di un più o meno garbato momento di distrazione. Ci riferiamo a Bar Stella, il programma a firma Stefano De Martino (conduttore e autore con Riccardo Cassini), in onda il martedì intorno alle 23 su Rai 2, per il quale dobbiamo dare subito per scontata l'ispirazione ideale a Quelli della notte di benemerita arboriana memoria con cui non è nemmeno proponibile un confronto. Premesso questo, diciamo che sul piano materiale Bar Stella si ispira al bar di famiglia fondato cento anni fa dal bisnonno di De Martino. La stessa scenografia si basa su foto d'epoca. Ma quello che conta sono i personaggi (il personale e gli avventori), uno più bizzarro dell'altro. C'è il barista con velleità di attore, la cassiera che vorrebbe fare la soubrette, l'avvocato maneggione, il professore che dispensa buon senso… C'è persino (ahinoi!) il critico televisivo che scrive la recensione all'impronta bevendo un amaro o il collutorio se la moglie lo chiude fuori di casa. E c'è pure la band in stile Carosone per gli intermezzi comico-musicali in cui, oltre ai presenti fissi, vengono coinvolti gli ospiti di puntata come, nel caso dell'altro ieri, il grande batterista napoletano Tullio De Piscopo. La napoletanità, assieme alla chiacchiera da bar ironica e a volte demenziale, è infatti uno degli ingredienti principali di un programma registrato nella sede Rai di Napoli e condotto da un napoletano come De Martino, sempre più votato al ruolo di showman per il quale sta diventando un punto di riferimento di Rai 2 anche se qualche progresso in scioltezza lo deve anche fare e non è necessario che si cimenti per forza nel canto.