«Ulisse mi aveva eletto, lo comprendo ora. Mi chiamava all'insaziabile ricerca delle terre umane e di quelle inabitate, alla fame di racconti e di poesia». Piero Boitani è uno dei massimi intellettuali europei, autore di opere fondamentali che spaziano tra Dante, Shakpeare e la poesia del Novecento. Ma al cuore della sua opera, e quindi nel cuore del suo cuore, la figura di Ulisse, che si presentò al giovane Piero come modello e guida, da allora per sempre. Si intitola infatti Sulle orme di Ulisse il libro da cui è tratta questa frase semplice e sapienziale. Ulisse non è un personaggio storico, è frutto dell'invenzione di un poeta. Ma esce subito dal libro, entra nella vita del suo lettore. Che ci insegna, come un saggio taoista, che noi dobbiamo ammirare i personaggi in cui vediamo qualcosa di fondamentale per la nostra vita. E l'ammirazione non può esaurirsi in se stessa, ma suscitare un senso, umile, generoso, di emulazione. Ognuno di noi dovrebbe sognare e cercare terre umane, popolate da fratelli sconosciuti e altre inabitate dall'uomo: il cielo, l'abisso del mare, lo spazio interiore: se saremo avventurosi e semplici come il giovane Boitani che partì di slancio alla ricerca del tesoro, quello spazio interiore si rivelerà, all'improvviso, non vuoto. Pieno, traboccante. Di mistero, naturalmente.