AUTOCRITICA
aver sfogliato ogni giorno paginate di quotidiani e di riviste; non è, quindi, il caso di aggiungere sale sulle ferite, come anche è evidente che ogni eccesso di critica alla fine si autodistrugge. Pensiamo, infatti, a quanto sia preziosa la stampa libera, l'informazione variegata, la documentazione disponibile a tutti. Ma quelle frasi così ironiche in un certo senso possono essere applicate a tutti, in particolare nei nostri giorni. Innanzitutto si deve senza esitazione riconoscere che l'approssimazione domina e spesso corre in coppia con la presunzione di spiegare e di sapere tutto. Ho citato più di una volta in passato il detto ebraico secondo il quale «il sapiente sa quel che dice, mentre lo stupido dice quel che sa». C'è un'arroganza nell'ignoranza che è spesso irrecuperabile. Ma dobbiamo fare pure un'altra considerazione. Non di rado il gusto dello scandalo, il cibarsi di pula, il crogiolarsi nella falsità offrono un sottile piacere condiviso da tanti. Cade, così, non solo la ricerca della verità ma anche il rispetto della dignità propria e altrui. La temperie storica in cui viviamo ha purtroppo perso il sussulto morale, il rimorso, la serietà e la severità che non sono né pedanteria né ipocrisia.