Avolte, anzi spesso, si abusa di sostantivi e di aggettivi. Si definisce evento qualsiasi iniziativa di un certo rilievo e si aggettiva come storico un fatto appena fuori dall'ordinario. Così facendo succede che di contro non si colga la reale portata degli eventi storici veri. Può allora succedere che un pellegrinaggio evento storico come quello del Papa in Iraq non abbia goduto di adeguato spazio nei telegiornali, mentre lo ha trovato, ad esempio, nella puntata di Atlantide mercoledì scorso in prima serata su La7, con Andrea Purgatori a insistere sulla portata storica del viaggio apostolico e soprattutto dell'incontro con l'ayatollah sciita al-Sistani, impensabile fino a qualche mese fa. A confermare sostantivi e aggettivi, usati a proposito dal conduttore di Atlantide, la presenza in collegamento di padre Antonio Spadaro, direttore de "La civiltà cattolica", ospite anche in altre occasioni del programma di La7. Spadaro, con la lucidità che lo contraddistingue, ha spiegato prima di tutto che «il Papa ragiona pregando» e poi che la vera grande novità dell'incontro con al-Sistani, al di là del dialogo tra cristiani e musulmani sciiti, è il fatto che Francesco sia diventato «l'enzima di un processo di riconciliazione tra sunniti e sciiti». Di fatto un paradosso: il Papa cattolico che fa da ponte tra due visioni e forme diverse della stessa religione fondata da Maometto e dà in qualche modo cittadinanza a un pluralismo dell'Islam. A parte questo, la lunga puntata di Atlantide ha proposto un vero e proprio «Viaggio nella polveriera mediorientale», con reportage di Francesca Mannocchi non solo dall'Iraq, ma anche dal Libano per anticipare in qualche modo il prossimo auspicato pellegrinaggio di Papa Francesco. Interessante anche la scelta di Purgatori di fare ascoltare direttamente alcune delle frasi pronunciate dal Papa in Iraq (tra cui l'invocazione a far tacere le armi per dare voce agli artigiani della pace) e poi di proporre immagini della visita contrapposte a scene di guerra con il solo commento musicale.