Goya l'aveva chiamata Asmodea, quell'essere infernale di cui parla il libro di Tobia che si opponeva al matrimonio di Sara. Asmodeo, con Lucifero e Belzebul, forma la triade demoniaca che vuole scimmiottare la Trinità. Goya, lo rappresenta in abiti femminili, mentre trascina con sé un uomo e, volando nel cielo alto dello stretto di Gibilterra, semina morte, odio e lussuria. Oggi arricciamo il naso di fronte alle evocazioni di questi spiriti maligni, soprattutto se chiamati per nome e riconosciuti in base alle loro funzioni. Eppure, l'identificazione di questi operai del Mistero dell'iniquità, fa parte del patrimonio giudaico-cristiano. Il nostro Asmodeo, già Salomone lo aveva imprigionato in un vaso e costretto al silenzio. Un testo apocrifo, denominato Testamento di Salomone, contiene un’incredibile confessione di Asmodeo: «Il mio compito è di cospirare contro i novelli sposi, per impedire loro di congiungersi in matrimonio. Io distruggo la bellezza delle vergini e muto i loro cuori. Porto gli uomini alla follia e alle brame disoneste, così che, pur avendo le loro spose, le lasciano per donne che sono di altri uomini, fino a peccare e a compiere atti omicidi». Cinque righe di grande attualità il cui contenuto era tanto noto alla tradizione da indurre a porre nelle chiese, come a Rennes Le Chateuax (Fr), acquasantiere dove Asmodeo è letteralmente schiacciato dal simbolo mariano della conchiglia, colma di acqua santa. Se ne trovano anche in Italia, come ad esempio a Treviso, nella chiesa di Santa Lucia al Piave, ad opera di Riccardo Granzotto, scultore divenuto poi fra’ Claudio (e beatificato nel 1994). La sua acquasantiera, realizzata nel 1928, riassume tutto ciò che i testi sacri e gli apocrifi raccontano di Asmodeo. Secondo la tradizione questi fu uno dei sette demoni che infestò la vita di Maria di Magdala prima della conversione e dell’incontro con Cristo. La fuga di Asmodeo dall’anima della Maddalena la realizza il Cagnacci in una tela di grande eleganza. Anche il Granzotto colloca nel cuore della conchiglia che schiaccia Asmodeo una statuetta della Maddalena. Ancora Fra’ Claudio scolpisce la coda del demonio a forma di serpente, informandoci così che per la chiesa antica era proprio Asmodeo il tentatore della prima coppia umana. Infine il demonio si ripara dall’acqua e volge le spalle all’altare accanendosi con lo sguardo e le fauci verso i fedeli che entrano nel tempio, simboleggiando così la sua attività di sobillatore e guerrafondaio. Anche un autore spagnolo, Arturo Miquel Monfort, ha voluto evocarne le trame rendendole visibili agli occhi dei nostri contemporanei. La copia perfetta dell'Asmodea di Goya, viene modificata solo nel profilo dell'orizzonte, che invece di essere la rocca (di Gibilterra o della Ragione a seconda delle interpretazioni), dipinta dal grande pittore spagnolo, diventa, per Miquel Monfort, un sottomarino nucleare pronto a spargere la morte ovunque. Da questa vertiginosa prospettiva, fatta di fede e di mistero, le moderne sfide che minacciano il matrimonio, l'identificazione dei sessi, il controllo delle nascite e le guerre in atto pilotate dal dio Mammona, appaiono come realtà strettamente legate. Inimicus homo hoc fecit, recita il Vangelo. Sì, il nemico dell’uomo ha fatto questo, e mentre il mondo consuma le sue guerre di potere, ci sono i cecchini di Asmodeo che sparano sulla coppia umana, qui rappresenta da Asmodea e il suo uomo. L’ambiguità sessuale del demonio della lussuria è parte del progetto di distruzione della stirpe umana ed è assimilato da Monfort al marchingegno nucleare pronto a sterminare il mondo.
Immagini: Arturo Miquel Monfort Asmodeo nucleare, 2013, acrilico su pannello cm 120 x 162 Collezione privataRiccardo Granzotto, Acquasantiera in marmo con statuetta in bronzo. Chiesa di Santa Lucia in Piave (Tr) 1928