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Arriva YouTube Kids, ma non è perfetto come sembra

Gigio Rancilio venerdì 14 settembre 2018
Ci sono genitori che davanti a servizi, canali tv, app o siti per bambini tirano un respiro di sollievo, sentendosi un po' più tranquilli. Educare, lo sappiamo tutti, non è mai facile. Costa impegno e fatica. Così, se arriva un "alleato" che ci promette di intrattenere i bambini, facendo tirare un po' il fiato ai genitori, molti lo accolgono a braccia aperte.
Ci sono altri genitori, invece, i quali davanti a certe offerte drizzano ancora di più le loro antenne. Sanno benissimo infatti che quello dei bambini è anche un business enorme. Solo in Italia il mercato per i bimbi tra i 3 e i 13 anni – fonte Doxa – vale 3,3 miliardi di euro. E il 65% è composto da giocattoli (48%), cartoleria (8%), tv (7%) e videogiochi (5%).
Un mercato così ha bisogno di visibilità, cioè di spazi pubblicitari sempre più mirati. Che trova in larga parte sui canali tv per bambini e in misura minore in Rete. Se servizi video come Netflix e Prime offrono anche film e cartoni per bambini, così da rendere la loro offerta anche «a misura di famiglia», un colosso digitale ancor più grosso come Google (controllato a sua volta dalla holding Alphabet) ha deciso di lanciare anche in Italia la versione per bambini della sua piattaforma video YouTube.
Si chiama YouTube Kids e punta a fare concorrenza alle tv. La grafica è molto «giocosa», i contenuti sono – ma sarebbe meglio dire dovrebbero essere – protetti, cioè davvero a misura di bambini. Nel novembre del 2017, però, YouTube Kids, che all'estero esiste dal 2016, è stato colpito da uno scandalo, dopo che sono stati rivenuti sulla piattaforma cartoni animati pieni di scene atroci e ben 100 mila commenti a sfondo sessuale. Il tutto in barba agli algoritmi che avrebbero dovuto filtrarli. Google ha reagito. Ha imposto nuove regole, migliorato gli algoritmi e cancellato circa 50 canali kids. Eppure, ancor oggi, ammette di non potere garantire al cento per cento che problemi del genere non si verifichino di nuovo. Tant'è vero che in fase di settaggio del servizio, informa: «Sebbene l'app sia stata progettata per escludere i contenuti non adatti ai bambini, non esaminiamo manualmente tutti i video. Esiste pertanto la possibilità che il bambino incorra in contenuti che non vorresti guardasse». Per la serie: se vai avanti, caro genitore, ti prendi la tua fetta di responsabilità.
Quindi, è tutto inutile? No. Perché YouTube Kids ha creato una zona più piccola ma sicura. Dove viene eliminata la ricerca libera dei contenuti e il risultato è una lista con soli canali e programmi selezionati e garantiti dallo staff di Google. «I genitori potranno anche impostare la lista degli show da far vedere ai loro figli, creando così un palinsesto personalizzato anche per ognuno dei bambini». C'è anche un timer che aiuta a limitare la visione dei video a mezz'ora, massimo un'ora. Se si va oltre, sottolinea Google, «si tratta di una scelta dei genitori».
YouTube Kids ha quattro macro sezioni: programmi, impara, musica ed esplora. Nella versione italiana ci sono spezzoni dello Zecchino d'Oro, le fatine Winx, i cartoni di Geronimo Stilton, Angry Birds, le filastrocche di Coccole Sonore, Ben 10, Lego Ninjago, il canale Barbie più video di ricette, di calcio e sport, e documentari di animali.
È tutto gratis. YouTube Kids infatti vive di pubblicità. Gli spot sono uno ogni 15 minuti e sono «selezionati». Cioè, niente cibo e bevande (fonti di possibili polemiche da parte dei genitori). Tanto il 48% del mercato italiano da 3,3 miliardi di euro dei bambini è fatto dai giocattoli. Così, come accade nei canali tv per i piccoli, mentre i genitori tirano un respiro di sollievo i bambini "imparano" qual è il gioco, il peluche o il gadget che devono per forza avere.