Arriva il Virtual coach e io mi autodenuncio
Ho fatto l'allenatore per tantissimi anni, ho lavorato in uno sport, la pallavolo, dove l'analisi statistica è un necessario strumento di organizzazione dell'allenamento, di lettura del match, di analisi della prestazione. Anzi, mi autodenuncio: nel 2013, alla guida della nazionale italiana maschile, dopo un incontro con Alfio Quarteroni, geniale matematico che insegna come gli algoritmi possano contribuire a salvare vite umane, a preservare l'ambiente o a migliorare delle prestazioni sportive, lavorai con i suoi straordinari ragazzi e con Ottavio Crivaro, ingegnere, amministratore delegato di MoxOff (spinoff del Politecnico di Milano) e pallavolista. Nacque una meravigliosa collaborazione che portò a mettere a punto degli strumenti matematici che ci permisero di migliorare gesti tecnici, potenziare la preparazione dei match, arrivare a un'incredibile mole di dati di previsione del comportamento del palleggiatore della squadra avversaria. Da quell'esperienza nacque Math&Sport, società incubata dal Politecnico di Milano, che ha prodotto il software di cui tanto si parla in questi tempi, in arrivo sulle panchine del calcio di serie A.
La matematica e lo sport, dunque: interazione o contagio? Opportunità o minaccia? Beh, mi viene sinceramente da sorridere. Non c'è mai stato un minuto della mia carriera in cui mi sia sentito depotenziato nel ricevere un'informazione. Semmai esattamente il contrario: la possibilità di ricevere dati, informazioni che l'occhio umano non può rilevare, migliorava le mie capacità di allenare. Un tablet in panchina è uno strumento e il modo di usare gli strumenti dipende dagli esseri umani. Con un bisturi si può tagliare la gola a una persona, oppure salvarle la vita in una sala operatoria. L'oggetto è sempre quello, ma il suo utilizzo sta nell'intelligenza delle mani che lo usano. Viviamo in un mondo dove ci si esprime sull'opportunità di vaccinare un bambino sulla base delle opinioni della propria cugina o dove qualcuno ancora crede nella possibilità di conoscere il proprio futuro sedendosi al tavolino di una cartomante.
Beh, io non credo ai tarocchi, credo invece nella enorme potenzialità del saper mettere insieme scienza e umanesimo. Credo, addirittura, nella meravigliosa possibilità che la scienza possa contribuire al miglioramento e alla qualità della vita. Credo anche che ci sia un modo di fare bene scienza, politica, economia, sport e ce ne sia un altro di farli male: la differenza sta sempre nell'uomo. Come peraltro sosteneva uno dei più grandi geni della storia dell'umanità, di cui recentemente abbiamo celebrato il cinquecentesimo anniversario della scomparsa. Si chiamava Leonardo Da Vinci, teneva meravigliosamente insieme scienza e poesia e sarebbe stato uno straordinario allenatore di calcio.