Arduo ritocco sugli assegni
A) 100 euro mensili di aumento (detto "trattamento integrativo") sugli stipendi e sulle remunerazioni, per i redditi lordi complessivi fino a 28 mila euro, escludendo il reddito della casa di abitazione ed eventuali pertinenze. Per il 2020, partendo da luglio, spettano quindi 600 euro. Nel 2021 saranno 1.200 euro. Questa misura sostituisce interamente il c.d. bonus Renzi, ancora dovuto da gennaio a giugno 2020 e che da luglio cessa definitivamente. L'aumento integrativo è esente da tasse (quindi non è utile per le pensioni) ed è riconosciuto direttamente dal sostituto di imposta. Questi è tenuto a liquidarlo in via automatica senza necessità di richieste dell'interessato, il quale ha invece l'obbligo di informare il suo datore/sostituto qualora perda i requisiti per il beneficio. Di fatto, chi già percepiva il bonus Renzi non perderà nulla e l'aumento effettivo da luglio sarà di 20 euro mensili.
B) una ulteriore detrazione dall'Irpef, pari a 600 euro, per i redditi superiori a 28 mila euro e che decresce progressivamente fino al reddito di 40 mila euro, oltre il quale si azzera. Si calcola partendo da un importo base di 480 euro e aggiungendo i residui 120 euro, tutti o in parte, seguendo i redditi tra 28-35-40 mila euro. Questa detrazione si applica temporaneamente solo per il secondo semestre 2020, essendo in vista una revisione strutturale del sistema delle detrazioni fiscali. A fine anno, si tireranno le somme in base ai redditi definitivi. Se necessario e venendo meno il diritto, saranno recuperate eventuali somme dei singoli benefici, in primis sulla nuova detrazione. Se l'indebito da restituire supera i 60 euro il recupero avverrà in 8 rate.