Aquila randagia, l'amore di Kelly per lo scautismo “ortodosso”
Uccellini divenne scout a tredici anni nel 1917 e allo scautismo rimase fedele fino alla prematura dipartita nel 1957. Applicò rigorosamente i criteri formativi di Baden Powell (B.-P., 1857-1941), rinunciò a formarsi una famiglia, si accontentò di un modesto impiego bancario per potersi dedicare in pieno alla formazione dei giovani. Quando, nel 1928, il fascismo soppresse lo scautismo, Uccellini non si rassegnò e diede vita al movimento clandestino delle "Aquile randagie", mantenendo alta la fiamma scout. Coltivò i contatti internazionali, partecipando ai "Jamboree" (le riunioni mondiali scout) talvolta con gli scout svizzeri, talaltra con i belgi. Nel 1937, al "Jamboree" di Vogelanzag (Olanda) incontrò Baden Powell che lo incoraggiò nella lotta per la libertà e gli concesse una decorazione.
Nel 1947, il successore di B.-P., colonnello Wilson, così descrive l'incontro con Kelly: «Che cosa mai potevo dirgli? Qualsiasi eccessiva lode sarebbe stata fuori luogo. Mi venne l'ispirazione: "Ho saputo che sei stato un pessimo ragazzo [very bad boy] durante questi ultimi anni". Si udirono scoppi di risa e applausi, e io tornai a respirare. Da allora ogni Natale mi spediva un panettone, firmando immancabilmente "Bad Boy"».
Ma qual era lo scautismo di Kelly (il totem è quello di un capo indiano)? Cagnoni riporta un'illuminante osservazione di Attilio Grieco (2015): «Lo scautismo ideato da B.-P. non è di oggi o di ieri, e non è legato al tempo, perché B.-P. lo ha fondato sui desideri permanenti nell'istinto del ragazzo e non su attrattive o mode passeggere. Cucinare all'aperto su un fuoco di legna era inattuale nel 1907 come lo è oggi. Ma qui è la genialità di B.-P., sono proprio queste cose inattuali che attirano i ragazzi, la maggior parte dei quali, quelli del 1907 e quelli di oggi, ha in sé un impulso primitivo di ridurre le proprie esigenze al minimo indispensabile e di comportarsi come un pioniere». Del resto, il conte Mario di Carpegna, fondatore nel 1916 dello Scautismo cattolico italiano (Asci) aveva scritto: «L'Asci non è, non deve essere, né un oratorio, né una congregazione mariana, né una società di ginnastica, né un ricreatorio: deve essere un'istituzione educativa, svolgentesi il più possibile nel suo terreno naturale, che è l'aria libera».
Dopo la Liberazione, la rigida osservanza di Kelly a questi criteri lo condusse ad opporsi al tentativo di inquadrare l'Asci nella Gioventù di Azione cattolica. Con Baden (1912-1980), aquila randagia di otto anni più giovane, poi sacerdote (erano nati entrambi l'11 marzo), perorò l'indipendenza presso il cardinale Schuster e monsignor Montini, e furono ascoltati.
Tuttavia, anche per Baden, Kelly era troppo severo. Per facilitare una direzione più collegiale, Kelly rinunciò agli incarichi di coordinamento, concentrandosi sul proprio Riparto, il favoloso Milano II. Una sorta di "riconciliazione", anche se affetto e stima non erano mai venuti meno, avvenne nel 1954, quando i due Dioscuri, con 400 scout si recarono a Lourdes per sciogliere il voto che Kelly aveva fatto nel 1936 per la rinascita dell'Asci.
Anch'io, che ho fatto la promessa scout l'8 maggio 1949, ho conosciuto Kelly, anche se ho avuto più frequenti contatti con Baden. Kelly impersonava lo stile scout. Indossava un'uniforme impeccabile, aveva i calzoni corti con la piega sottolineata da una cucitura; sempre tesa l'ala del cappellone che egli difese contro il tentativo francese di sostituirlo col basco. Era straordinario nelle attività espressive dei Fuochi di bivacco, dove compariva con un casco di penne indiane o vestito da torero, improvvisando scenette esilaranti. Benché ragazzo, avevo capito che tra lui e Baden c'era intesa ed emulazione, e resta aperta la domanda che Kelly scrisse in una lettera a Baden il 3 marzo 1953: «Come garantire il diritto di coloro che vogliono rimanere ortodossi?».
Scomparso nel 1957, dopo una dolorosa malattia sopportata con eroismo cristiano, a Kelly è stata risparmiata la svolta del 1974, peraltro non condivisa da Baden, che portò alla fusione tra Asci e Agi nell'Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), in nome della coeducazione.