C'è e sempre più potrà esserci un rapporto di concomitanza oppositivafra lo sviluppo delle neuroscienze e la dilagante presenza delle tecnologie informatiche nella vita umana. La nostra psicologia, la nostra mente subiranno un'influenza non facilmente prevedibile. Solo neuroscienziati e psicologi potranno fornirci conoscenzefondatamente scientifiche, oltre che implicitamente morali, sull'azione di macchinette mangia-tempo, succhia-attenzione e occupa-vita, che ci vengono vendute dall'industria più fiorente che esista, prima come utili, poi come divertenti e infine come indispensabili. Nel mondo anglosassone, dove il fenomeno è più diffuso ma anche più studiato, l'allarme circola da tempo. In Italia uno dei nostri linguisti filosoficamente più avvertiti, Raffaele Simone, e ora uno dei giornalisti più informati sul mondo, Federico Rampini, hanno scritto libri sui pericoli della Rete. Feltrinelli ha poi appena pubblicato una ricerca di Howard Gardner e Katie Davis: Generazione App. La testa dei giovani e il nuovo mondo digitale. Gardner è il famoso autore di libri come Intelligenze creative (su Stravinskij, Chaplin, Eliot, Picasso, Einstein e altri geni novecenteschi). La Davis, giovane «nativa digitale», insegna alla Scuola di informatica dell'università di Washington. È proprio questa collaborazione a rendere il libro più attraente e attendibile, dato che nasce all'incrocio fra esperienze e punti di vista distanti. Inoltre il discorso dei due autori sovrappone alla ricerca empirica una riflessione storico-culturale che coinvolge sia studiosi settoriali che scrittori, critici della cultura e filosofi morali come Mumford, Huxley, Skinner, Orwell, Riesman. Che le nuove tecnologie cambino la nostra vita e i nostri comportamenti è indubbio. Si tratta di vedere se in meglio o in peggio. Ciò che intanto risulta è che in ogni fascia di età la sensibilità morale e civica degli utenti più giovani è molto bassa o quasi nulla. Per loro contano solo efficienza e velocità. Se queste aumentano, ogni altra valutazione è eliminata. Ma sta diventando chiaro chese cresce la libertà di usare le nuove tecnologie, diminuisce quella di fare qualunque altra cosa.