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APPAGARE IL PALATO COMBATTENDO L'INFARTO

Paolo Massobrio, Giorgio Calabrese venerdì 14 giugno 2002
 Mangiare pesce in Italia non è ancora una buona e sana abitudine ma c"è un netto miglioramento, perché dai dodici chili annuali consumati da ogni italiano, in media, si è passati a diciotto e forse un po" di più. Se facciamo i conti esatti, però, ci accorgiamo che ogni italiano mangia, in media, non più di sessanta grammi di pesce. Poco, troppo poco!Ce ne vorrebbero almeno il doppio. Perché? Perché il pesce contiene molte sostanze nutritive e se lo introduciamo in forma massiccia, come si ottiene con una buona zuppa, proposta gustosamente dal nostro gastronomo Massobrio, è anche più facile ottenere un buon risultato salutista. Nella zuppa si aggregano varie qualità di pesci e poi si addiziona anche il pomodoro o comunque un insieme di aromi e spezie e infine si inserisce il buon pane.Un piatto praticamente completo, ricco oltre che di buone proteine nobili anche e soprattutto di un tipo molto particolare di acidi grassi, detti, con un acronimo, della serie Omega-3. Questi grassi, che fino a poco tempo fa, erano considerati cattivi, perché appartenenti alla categoria dei lipidi di origini animale, oggi sono quasi un toccasana per l"organismo umano, visto che tutti noi scienziati abbiamo appurato, con studi approfonditi, i loro sicuri effetti benefici.Questi grassi sono essenziali, perché il nostro corpo non sa produrli spontaneamente e servono soprattutto alle cellule cerebrali, e quelle degli occhi e del cuore. Ecco perché, ad esempio, una donna che aspetta un bambino non può farne a meno, anzi deve aumentarne la quantità e la frequenza d"uso. Mangiare pesce azzurro oppure salmone, trote e comunque pesce mediterraneo, vuol dire aumentare questi acidi grassi Omega-3 che costantemente risentono del loro accumulo e quindi ci aiutano a difenderci da infarti cardiaci e ictus e nel contempo ad appagare il palato.