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Ape e Rita, un nuovo ruolo per i fondi di previdenza integrativa

Vittorio Spinelli martedì 30 maggio 2017
Rita, la Rendita integrativa temporanea anticipata, complica le aspettative dei lavoratori interessati ad utilizzare il pensionamento anticipato, tramite l'Ape volontario con prestito bancario, già complesso di suo quanto a condizioni e convenienza pensionistica. Infatti i lavoratori del settore privato e del pubblico impiego che sono iscritti ad una qualsiasi forma di previdenza integrativa possono scegliere, avendone i requisiti, di avvalersi dell'Ape e della Rita sia congiuntamente sia in alternativa.
La Rita consiste nel pagamento frazionato, per lo stesso periodo previsto per l'Ape – al massimo 3 anni e 7 mesi – di tutto o parte del capitale (montante) accumulato nel fondo complementare.
Si tratta di una nuova prestazione, per ora a titolo sperimentale, del sistema di previdenza integrativa. In attesa che si completi il nuovo quadro normativo con i decreti attuativi dell'Ape volontario, e come richiesto dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione, tutti i fondi, negoziali o aperti, sono tenuti a predisporre un proprio documento illustrativo delle caratteristiche della nuova rendita anticipata, della periodicità di frazionamento e delle modalità di pagamento, coordinandole alla normativa interna del fondo. E per le richieste degli iscritti deve essere istituito un apposito modulo.
I vari fondi devono quindi consentire al lavoratore di fare la scelta più opportuna riguardo la percentuale di smobilizzo della sua posizione patrimoniale, tenuto conto anche del ridotto periodo di tempo di percezione della Rita. Va messo in conto infatti che la rata concordata può subire variazioni, teoricamente anche in negativo, secondo l'andamento dei mercati finanziari.
L'Ape e la Rita, insieme o da sole, richiedono in ogni caso la cessazione del rapporto di lavoro in corso. Nel raffronto fra le due opportunità, la Rita non richiede requisiti minimi di versamenti. In ogni caso a condurre le operazioni e il collegamento con i fondi interessati sarà l'Inps.
Cometa. Dal 1° giugno i metalmeccanici che aderiscono a "Cometa", il fondo complementare di categoria, beneficiano di una contribuzione aggiuntiva dell'azienda pari al 2% del minimo contrattuale. Il contributo dell'azienda intende favorire i dipendenti che verseranno al Fondo una percentuale della propria retribuzione con un minimo dell1,2%. La spinta dell'azienda verso la complementare di categoria rientra nelle dinamiche retributive e nelle nuove misure di welfare aziendale (a partire da giugno spettano servizi di 100 euro per lavoratore), sottoscritte come elementi del contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici rinnovato lo scorso dicembre.