Antonina, 50 anni d'Africa e l'atelier di sartoria che dà futuro alle ragazze
Il vestito della festa è verde, arabescato, e i capelli bianchi sono trattenuti da una fascia gialla. Con i sandali sulla terra battuta rossa, la borsa di paglia colorata, Antonina è una gioia per gli occhi: è come se il mezzo secolo vissuto in Africa non l'abbia attraversata. È piccola, esile, ma i suoi 84 anni sono pura passione. Per le ragazze del suo atelier, che nel grande laboratorio di Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, imparano il mestiere di sarta e con le forbici e l'ago cuciono anche i pezzi del loro futuro.
Antonina Lo Schiavo, missionaria laica in Africa, a Goma - A.L.S.
Antonina Lo Schiavo risponde ad Avvenire su WhatsApp e il suo accento salernitano è ancora lì, intatto: racconta del suo arrivo nel Nord Est del Congo nel 1971, e poi, quattro anni dopo, del trasferimento a Goma, una metropoli che nel suo recente passato ha vissuto guerre, saccheggi e devastanti eruzioni vulcaniche.
Antonina è in Africa come missionaria laica della diocesi di Parma e il suo compito era «preparare i fidanzati al matrimonio. Ma di giorno andavo al mercato a incontrare le bambine che vivevano per strada, pulendo le bancarelle e dormendo lì, abbandonate da tutti e alla mercé di tutti. Le invitavo da me a lavarsi e a mangiare. Poi pian piano abbiamo iniziato a insegnare loro a leggere e scrivere, poi abbiamo capito che attraverso il cucito potevamo dare loro la speranza in una vita migliore».
Nel tempo quella attività di strada è diventato un laboratorio di sartoria. «All'inizio erano 5 o 6 ragazze. Un anno siamo arrivati a 548 alunne. Nel 2002 un'eruzione del vulcano ha distrutto tutto. Abbiamo dovuto ricostruire da capo, e la scuola è venuta su più bella di prima».
Oggi l'atelier Nazareth conta 250 iscritte, con 8 maestre di cui 7 sono le prime allieve. Le ragazze arrivano soprattutto dalla periferia: se all'iscrizione non sanno ancora leggere e scrivere, si comincia da lì. «Qui hanno la possibilità di prendere il diploma dopo tre anni – spiega Antonina, che della scuola è direttrice e a Goma condivide la sua missione con un'altra fidei donum italiana da 50 anni in Africa, Luisa Flisi – e poi di rendersi autonome».
E non è una cosa da poco, in un'area in cui le famiglie sono poverissime. «La maggior parte delle ragazze non vive con la famiglia. Dai paesi più sperduti i genitori le mandano in città da parenti, convinti che avranno maggiori opportunità. E invece tante di loro vengono sfruttate, costrette a carichi di lavoro pesanti. Spesso si assentano dalle lezioni perché devono eseguire gli ordini: prendere l'acqua, badare ai bambini, cucinare, pulire. Tante sono orfane a causa della guerra che ha coinvolto quest'area tra il 1998 e il 2003. Tra le mie alunne c'è una giovane mamma di 22 anni, con 4 figli. Porta i bambini a scuola, poi viene qua, indossa la divisa tutta contenta di imparare a leggere e scrivere. Il nostro compito è trasmettere l'amore per sé stesse, scoprire la ricchezza che custodiscono e aiutarle a non farsela rubare... ».
Le giovani che si diplomano all'atelier trovano subito lavoro, e capita che siano le stesse ex allieve, che nel frattempo hanno aperto le proprie botteghe, a offrire stage e impiego alle neodiplomate. All'atelier era andato in visita l'ambasciatore Luca Attanasio prima di essere ucciso in un'imboscata, il 21 febbraio 2021, a nord di Goma. Ora Antonina attende papa Francesco, che farà tappa in città, durante il suo viaggio in Congo dal 2 al 5 luglio prossimi.