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Antisemitismo: quando l’ansia di schierarsi sopprime la ragione

Umberto Folena martedì 7 novembre 2023
Antisionismo, antisemitismo, antiebraismo… Mettere ordine nelle parole significa metterlo nelle coscienze. E nella storia. Che sembra essersi fermata. Il “Manifesto” (4/11) pubblica la «Lettera agli ebrei italiani» di Franco Lattes Fortini dove tra l’altro si legge: «Onoriamo dunque chi resiste nella ragione e continua a distinguere fra politica israeliana ed ebraismo». Pensando alle manifestazioni milanesi (e non solo) tutto fila, tutto è logico e attuale. Poi arrivi alla fine e scopri che la «Lettera» fu pubblicata per la prima volta il 24 maggio 1989. Mentre la “Stampa” (5/11) titola: «Francia, incubo antisemita», sul “Giornale” (5/11) Vittorio Feltri domanda: «Che origini ha quest’odio contro gli ebrei?». Risposta: «Odiano gli ebrei perché sono un popolo libero». Conclusione: «C’è un mistero dentro questo popolo. Non è un’alchimia magica, ma è la loro superiorità morale e intellettuale a consegnarli all’ammirazione o all’odio, mai all’indifferenza. Si badi: questa superiorità non è un connotato razziale, ma è il carattere di una stirpe temprata dal dolore e dalla voglia di vivere». Le parole… Stefano Folli sulla “Repubblica” (6/11), titolo: «La sinistra e l’antisionismo», denuncia il «nesso subdolo tra antisionismo e antisemitismo» e conclude: «Cosa significa essere europei se si resta indifferenti all’antisemitismo esplicito che si diffonde ai nostri giorni, a 80 anni dall’Olocausto?». E sulla “Stampa” (6/11) Salvatore Settis non usa le mezze misure: «Il razzismo di oggi è lo stesso del secolo scorso. L’Italia ammetta le sue colpe». Italia sotto accusa su “Libero” (5/11), con Hoara Borselli che intervista Edith Bruck: «Il razzismo tra i progressisti? Esiste ed è grande. Ne soffro perché vengo da quel mondo». Sistemata la sinistra, vanno però salvati gli italiani. Così Borselli (“Libero”, 6/11) intervista Walker Meghnagi, presidente della comunità ebraica di Milano, che rassicura: «Voglio dire a gran voce che l’Italia non è un paese antisemita». La matassa è intricata e dipanarla è impresa ardua. Sulla prima del “Corriere” (5/11) Aldo Cazzullo esordisce: «L’antisemitismo esiste, cresce, e va riconosciuto e combattuto. Esiste nell’estrema sinistra e nell’estrema destra (…). Esiste anche nei cortei pro-Palestina». Dove l’ansia di schierarsi sopprime la ragione. © riproduzione riservata