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Antiintellettuali di moda: all'altezza dei lumi

Gianni Gennari giovedì 5 aprile 2007
"Il Cristo che brucia i libri diventa superstar per i laici": così l'altro ieri giustamente ironizzava su "Libero" (p 1) Marcello Veneziani. Gli antiintellettuali all'altezza dei "lumi": a settembre tutti contro Benedetto XVI che a Ratisbona rivendicava il ruolo necessario della ragione interno ad ogni religione degna insieme di Dio e dell'uomo. Oggi tutti entusiasti per l'ottimo regista noto come cattolico che ha fatto un film di fantasie tra romantiche e infantili, a favore di un cristianesimo che inchioda i libri e solo così si sente libero di amare gli uomini. In realtà alla base del cristianesimo c'è una "Parola" incarnata, ma anche scritta, che è stata essa stessa inchiodata e lo è ogni volta che un uomo soffre. Cristianesimo ed ebraismo sono religioni del "Libro"; nella loro storia c'è anche stato chi ha disprezzato i libri, ma molto di più c'è stato chi i libri, da sempre, li ha salvati e conservati per noi. Sì, anche San Tommaso verso la fine della sua breve vita - soli 49 anni --dopo aver scritto quel monumento gigantesco di libri che sono le sue opere, spinto dal senso radicale del tutto di Dio e del nulla di sé senza Dio, comandò al fedele segretario Reginaldo di bruciare tutti i suoi libri, come "paglia", ma quello per fortuna disobbedì. Vero: oggi certi antiintellettuali di moda impazzano, magari scoprendo che "il monoteismo nega ogni democrazia" - lo ha fatto il lucido Sartori l'altro ieri - e ogni giorno lo fanno altri, ma in casi simili tu pensi ad Aristofane, che mette gli intellettuali lassù, inchiodati ai loro pensieri, attaccati al soffitto. Sì: proprio al posto dei "lumi.