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Guido Maria Conforti. Annunciare il Vangelo è questione di cuore

Matteo Liut martedì 5 novembre 2024
La missione è prima di tutto un atteggiamento del cuore: non si può non condividere l’amore, quando lo si sperimenta, a maggior ragione se esso è l’amore di Dio. Un atteggiamento che san Guido Maria Conforti incarnò nella propria vita, anche se, vescovo dalla vocazione e dal volto missionari, non poté mai partire verso le terre di missione. Era nato a Parma nel 1865 ed era diventato prete a 23 anni, coltivando da subito il sogno dell’annuncio del Vangelo ai popoli. Un desiderio che fu reso difficile dalle sue precarie condizioni di salute. Entrato nel Seminario nel 1876 fu ordinato sacerdote il 22 settembre 1888. Nel 1895 fondò la Congregazione di San Francesco Saverio per le missioni estere, i Saveriani, ma il viaggio del primo gruppo partito per la Cina nel 1899 finì nel sangue a causa della rivolta dei Boxers. Nel 1902 Conforti divenne arcivescovo di Ravenna, ma dovette lasciare la diocesi per la malattia. Nel 1904 partì una seconda spedizione per la Cina, che questa volta mise radici. Nel 1907, infine, divenne vescovo di Parma, diocesi che guidò fino alla morte nel 1931. Da vescovo visse sul proprio territorio quella stessa missione per cui aveva inviato i «suoi» religiosi in Cina: tenne due sinodi e cinque visite pastorali alle 300 parrocchie. È beato dal 1996 e santo dal 2011. Altri santi. San Donnino, martire (IV sec.); beato Gregorio Lakota, vescovo e martire (1883-1950). Letture. Romano. Fil 2,5-11; Sal 21; Lc 14,15-24. Ambrosiano. Ap 17, 7-14; Sal 75 (76); Gv 12, 44-50. Bizantino. 2Ts 1,10b-2,2; Lc 12,42-48. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata