In Anima gemella, la nuova serie tv in quattro prime serate il mercoledì su Canale 5, ci sono molti ingredienti: l’amore (che non può mancare in certe fiction), il mistero, il giallo, il senso di colpa, una città e soprattutto il paranormale. Miscelarli non è facile. Ma andiamo con ordine a partire dalla vicenda. Anima gemella, diretta da Francesco Micciché, racconta la storia di Carlo Bontempi (Daniele Liotti), un chirurgo che, dopo due anni dalla morte dell’amata moglie Adele a causa di una presunta misteriosa malattia, sta per rifarsi una vita e sposare una collega, quando, durante una festa, assiste a una seduta spiritica condotta da Nina (Chiara Mastalli), sedicente medium, di fatto una truffatrice, che, cadendo in trance, parla però con la reale voce di Adele. Da qui in poi ne succedono di tutte e il razionale uomo di scienza cede all’irrazionale fino ad ammettere che siano possibili i messaggi dall’aldilà, tra cui quello della moglie che attraverso Nina direbbe di essere stata uccisa e di scoprire l’assassino. A parte però lo spunto del paranormale, che certamente non entusiasma, ma che perlomeno ha una qualche originalità in una serie con l’immancabile medico e le relative vicende amorose, quello che non convince è come viene portata avanti la storia, gli espedienti come il sapone sul pavimento del bagno che forma il nome Adele, i continui flashback, le visioni che si confondono con i ricordi, i personaggi eccessivamente caratterizzati, qualcuno dei secondari al limite della macchietta, per cui anche la recitazione non è il massimo. Chi svolge appieno il suo ruolo è la città, ancora una volta Torino (molto sfruttata dalle fiction), con Piazza Vittorio Veneto, la chiesa della Gran Madre di Dio, la Mole Antonelliana e ovviamente il Museo egizio visto anche che un simbolo dell’antico Egitto ce l’ha tatuato Nina sulla schiena. E non è un caso.
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