Il dubbio è una specie di domanda tipica (e, dobbiamo dirlo, fino a un certo punto irremovibile) dei percorsi di fede. Noi preferiremmo che non esistesse, ma il dubbio si insedia dentro di noi e dobbiamo fare i conti con la sua realtà. È vero che Gesù ha garantito che la fede smuove le montagne (Mt 17,20) e ha istruito i suoi discepoli perché pregassero con fiducia: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto» (Lc 11, 9-10). Ma Gesù ha garantito questo - non dimentichiamolo - a un gruppo di uomini che nel loro cuore dovevano affrontare il dubbio e con esso convivere fino alla fine. Nei suoi celebri Sermoni di Oxford, il teologo e cardinale John Henry Newman sanamente ricorda che la fede cristiana non si nutre solo di sicurezza, convinzione e conoscenza, ma anche di dubbio: la fede è un aggirarsi nella penombra. La fede è più fiducia che evidenza, è più un rischiare che un possedere, è più un cammino che non la confortevole sistemazione in un punto di arrivo. Per questo un credente - scrive Newman - non si perde in speculazioni, ma sceglie di seguire la volontà di Dio in ogni momento, «con misura, pietà e umiltà, calcolando il prezzo e rallegrandosi del sacrificio».