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Anastasio I. Una fede costruita su un messaggio chiaro e l'impegno contro dottrine eretiche

Matteo Liut giovedì 19 dicembre 2019
La fede cristiana non è un insieme di buon senso e percezione dell'infinito, ma l'incontro con una persona dal nome preciso, che offre un messaggio chiaro e ben definito. Fin dai primi secoli questo messaggio ha corso il rischio di annacquarsi a favore di correnti filosofiche fumose, dai confini evanescenti. I pastori come sant'Anastasio I, Papa dal 399 al 401, si trovarono quindi a dover prendere decisioni nette per evitare la confusione con dottrine eretiche. Tra queste c'era anche il pensiero di coloro che sostenevano l'origenismo, fondato su un'accentuata lettura di alcuni aspetti del pensiero di Origine, come la preesistenza dell'anima e l'inammissibilità dell'esistenza dell'inferno. Da Pontefice, inoltre, Anastasio, cui il Liber Pontificalis attribuisce origini romane, combatté anche il donatismo, che opponeva un fermo rifiuto a coloro che chiedevano di essere riammessi nella comunità dopo aver abiurato a causa delle persecuzioni. Sant'Anastasio I, inoltre, fece costruire la basilica crescenziana, oggi individuata in San Sisto Vecchio.
Altri santi. San Gregorio d'Auxerre (VI sec.); beato Guglielmo di Fenoglio, laico certosino (1065-1120).
Letture. Gdc 13,2-7.24-25; Sal 70; Lc 1,5-25.
Ambrosiano. Rt 2,4-18; Sal 102 (103); Est 5,1-8; Lc 1,39-46.