Amore e mano: come un'inattesa collana di parole (con maldicenza)
Sempre lì (p. 130) bella riflessione di Paolo Curtaz su «Il Papa custode della fede originaria». Novità? Sta scritto (Mt. 16, 18-19). Vale però la pena di ricordarlo a chi oggi come ieri dice di difendere la “fede originaria”, e magari lo fa proprio contro Pietro. È così: certi che nei decenni passati si riempivano la bocca, e forse le tasche, esaltando i Papi di allora, oggi dicono sempre il peggio possibile per il Papa del presente facendo coro con quelli che praticano stabilmente lo sport dell'attacco al Papa...
E di suo questo presente è duro, oggi pieno di richieste di “dare una mano”, ma veramente, a chi soffre e a chi muore. Quante volte curare e assistere fino all'estremo vuol dire proprio tener la mano e quanti, oggi, muoiono in solitudine forzata che impedisce mani e compagnia! E tra queste mani tenute lontane a volte anche quelle dei preti. Mani? Ieri brutta coincidenza.
A proposito della storia e del presente del Movimento dei Focolari, sul “Venerdì” (pp. 50-52): «Una spectre si aggira per il Vaticano»! «Spectre» richiama “criminalità” organizzata! Di più: sempre lì in un “sommario” sbrigativo leggi che il Movimento «ha in pugno quasi un quarto del Conclave». Sempre di “mano” si tratterebbe, ma violenta e condizionatrice. Sguardo su realtà “effettuale”, come direbbe Machiavelli? No: effettuale, grossolana maldicenza.