Siccome l'amore è più forte della paura, si è buttato tra le onde, nonostante il mare mosso, per salvare il figlio che stava annegando. È morto così, L.H., un cittadino tunisino di 49 anni, residente a Vittoria (Ragusa), che a Ferragosto aveva portato i figli, di 11 e 12 anni, sulla spiaggia di Costa Fenicia. Il maggiore si è tuffato trovandosi subito in difficoltà. Il genitore ha provato a soccorrerlo ma è stato anch'egli travolto dalle onde. Per fortuna, a poca distanza stava passando Lucia Scarpello, 40 anni, sovrintendente di Polizia a Palermo, in quel momento libera dal servizio. Le grida di aiuto hanno attirato la sua attenzione e, nonostante non sia una nuotatrice esperta, si è buttata salvando il dodicenne che già aveva bevuto parecchio. Soltanto dopo si è accorta che in acqua c'erano altre due persone: il padre del ragazzo e un giovane di 24 anni che si era tuffato per salvarlo ma stava a sua volta annegando. La donna ha organizzato una catena umana con gli altri bagnanti riuscendo a riporli a riva. Il giovane è stato portato in ospedale e non è grave, mentre il padre dei due ragazzini è morto sulla spiaggia, nonostante i tentativi di rianimarlo.«Non sono un'eroina, ho fatto solo il mio dovere», ha detto il giorno dopo la poliziotta. Che si porta addosso anche il «rammarico di non aver potuto restituire vivo il padre a quel bambino». Che, però, senza il coraggio e la generosità di questa donna, capace di superare il ricordo di «una brutta esperienza» avuta in mare, sarebbe anche lui morto tra le onde.