I lavoratori esposti all'amianto trovano in questo mese una ulteriore occasione per usufruire dei benefici pensionistici ad essi riservati. L'opportunità è offerta dal decreto milleproroghe dello scorso febbraio (legge 11/2015), che ha disposto un prolungamento di termini riservato a quanti si trovano in particolari condizioni: a) trovarsi in mobilità a causa della chiusura della rispettiva azienda, b) aver ottenuto sentenza di riconoscimento di esposizione all'amianto per un periodo superiore a 10 anni e in quantità superiore ai limiti di legge, c) aver maturato il diritto alla pensione con il bonus amianto prima del 2 ottobre 2003. Sono esclusi da questa opportunità i dipendenti del settore pubblico e dei settori degli ex fondi speciali Inps (elettrici, telefonici, trasporti, volo ecc.).Entro il prossimo 30 giugno, gli interessati possono chiedere all'Istituto di previdenza i benefici per il pensionamento, utilizzando le regole del tempo in cui è avvenuta la prolungata esposizione all'amianto. In questo caso i contributi necessari per l'assegno anticipato vengono rivalutati con un coefficiente più favorevole dell'1,5%. Questa percentuale viene utilizzata sia per maturare il diritto (cioè gli anni di contributi) sia per calcolare l'importo della pensione di vecchiaia, ordinaria o anticipata, oppure per invalidità. L'anzianità contributiva, compreso il beneficio, non può però superare i 40 anni. Tuttavia per questa categoria che beneficia di questo super bonus la decorrenza della pensione non potrà essere anteriore al 1° gennaio 2015.Bonus ridotto. Oggi invece, per gli altri lavoratori in analoghe condizioni l'Inps deve applicare un coefficiente ridotto all'1,25%, che tuttavia non è più valido per aumentare il numero di contributi ma è ora utile solo per il calcolo dell'importo dell'assegno. La soglia ridotta del coefficiente che rivaluta i contributi è stato adottato dalla legge 326/2003 per contenere la spesa della previdenza, ma non riflette la gravità del "killer amianto" le cui patologie colpiscono anche a distanza di 40 anni. Ne sono vittime non solo quanti hanno lavorato nei più disparati ambienti inquinati dal pericoloso materiale (perfino gli elicotteri utilizzati dalla guardia di finanza) ma anche gli abitanti a confine delle fabbriche e i residenti in zone dense di coperture eternit. La mortalità da amianto è purtroppo in progressivo aumento, con un picco di decessi - secondo stime dell'Istituto superiore di sanità - tra gli anni 2015 e 2020. Alcune disegni di legge (S/1703 e 1538) si propongono di perfezionare le attuali norme e includervi anche i lavoratori autonomi, che ne sono oggi esclusi.