"Amen"! Finiva così, ieri, il fondo di "Europa". Omelia sul Santo del giorno? Documento sulla fede in redazione? No. Attacco ai vescovi italiani gratuito fin dal titolo: "L'indulgenza della Cei per Berlusconi". Firma illustre, solenne fin dal suono: Leopoldo Elia, uno che aveva sempre volato alto. Forse troppo. Stavolta si rifà e strapiomba. Sul problema vitale del rapporto tra cattolici e politica oggi vede solo che i vescovi non stanno tutti insieme e apertamente e per principio dalla parte dove sta lui, e perciò va in crisi: astinenza di assistenza ecclesiastica. E nervoso, spara. Va capito. Certi cattolici insistono nel dirsi "democratici" solo per distinguersi da altri, chi sia più totalitario nella testa, però, non si sa. È così: hanno talmente incorporata la convinzione di essere i soli politici degnamente cattolici, e sono talmente abituati a parlare e pensare anche a nome della Chiesa, che oggi si sentono "orfani". E protestano. In passato tenevano, forse, Chiesa e vescovi come in tasca, e oggi non sopportano due cose. La prima è che la Chiesa parli in prima persona anche in Italia: si è esaurita una delega in passato preziosa, ma che ha fatto anche danni. La seconda è che ci siano altri, cattolici come e quanto loro, che nella politica bipolare di oggi - con le difficoltà del caso magari su solidarietà, giustizia e pace, mentre loro le incontrano durissime, e senza battere ciglio, su famiglia, bioetica e sessualità - la pensano e agiscono in modo diverso da loro. Si indignano e accusano chi generosamente li proteggeva. Già detto: si sentono orfani. No, professore: non siete orfani; non siete più figli unici. Amen!