Rubriche

Allenare l’intelligenza, via per capire la realtà

Alfonso Berardinelli venerdì 5 luglio 2024
Dovremmo parlare più spesso di intelligenza umana e di quello che è, ora che la parola “intelligenza” compare quasi sempre nella sigla IA, o in inglese AI. Se oggi il problema è l'intelligenza artificiale, questo accade anche perché di intelligenza umana ci interessiamo troppo poco, non ne parliamo, la trascuriamo, la ignoriamo. Invece l'intelligenza umana è stata uno dei maggiori problemi non solo scientifici ma morali e sociali della nostra cultura. Per capire i limiti della IA e non farne un mito, anzi per sapere che diventa un gravissimo pericolo se scambiamo l'intelligenza con la capacità meccanica di calcolo, è necessario capire la nostra e altrui intelligenza, o più concretamente come evitare la disastrosa stupidità che oggi sta devastando il mondo. Guerre, problemi ambientali, comportamenti sociali e quotidiani, errori e orrori politici, tutto nasce dalla stupidità, dall'ottusità umana, cioè dalla mancanza di vera intelligenza. E' infatti sulla vera intelligenza e su come usarla che bisogna intendersi. La nostra intelligenza va esercitata, tenuta consapevole e vigile, ampliata e approfondita. Ci vuole cioè metodo e disciplina, come avviene per il corpo quando vogliamo tenerlo in buona salute e rafforzarlo. Ho avuto la fortuna, decenni fa, di interrogare sulla formazione culturale due scrittori molto sensibili e attenti all'autoeducazione intellettuale: un poeta e critico culturale come Franco Fortini e un narratore e saggista come Italo Calvino. Mi sembra di averlo già scritto in passato in questa rubrica, ma non sarà un danno ripeterlo. In due diverse occasioni chiesi ai due scrittori quali erano secondo loro le più elementari e importanti pratiche o discipline culturali. Fortini mi rispose: a) la lettura sistematica e integrale dei classici, b) l'osservazione dei fenomeni naturali e c) la frequentazione di persone che non appartengono al nostro ambiente. La risposta di Calvino fu simile: a) imparare poesie a memoria, b) fare calcoli con carta e penna, a cominciare dalle quattro operazioni, e c) non dimenticare che tutto quello che abbiamo possiamo anche perderlo. Si tratta solo di suggerimenti, ma soprattutto il terzo punto, quello conclusivo, fa capire che la vera intelligenza non va confusa né con la semplice efficienza mentale né con la sola cultura. Bisogna capire la realtà degli altri e la realtà della vita. E per questo ci vuole sensibilità e immedesimazione. L'immaginazione non serve a fantasticare a vuoto, ma a immaginare la realtà, a cominciare dalla sofferenza e dai bisogni altrui, alle conseguenze delle nostre azioni e dei nostri comportamenti, al rapporto che c'è fra certi effetti e certe cause. Oggi che esiste e agisce in tutto il mondo una potentissima macchina per la produzione e la diffusione della stupidità, essere più intelligenti è più necessario che mai. © riproduzione riservata