Più tecnologia, maggiore competitività, più innovazione nei prodotti e nelle modalità produttive. Sembrano essere questi alcuni dei punti cardine su cui basare il rilancio dell'agricoltura. Senza dimenticare, ovviamente, una forte attenzione all'ambiente e alla salubrità degli alimenti e, quando serve, alla tipicità degli stessi.
Si tratta di passaggi e traguardi di un cammino che il comparto agroalimentare italiano non ha intrapreso da oggi, ma che adesso si fanno sempre più pressanti. Tanto da costituire una sorta di agenda delle prime cose da fare che il futuro ministro delle Politiche Agricole si troverà aperta sul tavolo.
Intanto, il mercato e i consumatori evolvono in maniera quasi indipendente dagli scenari e dai programmi. Mentre, per esempio, l'attenzione verso i prodotti tipici agricoli continua ad essere alta, la domanda di verdure pronte ha fatto un ulteriore balzo in avanti. Quasi un consumatore su due, infatti, acquista questo tipo di prodotti, mentre la previsione di crescita per quest'anno arriva al 15%. Questo, almeno, è quanto afferma la Coldiretti sottolineando che si tratta di un vero e proprio exploit nel mercato alimentare capace di coniugare innovazione, sicurezza alimentare e valorizzazione del Made in Italy.
Di tutto ciò, d'altra parte, si parla proprio in questi giorni sia al Cibus di Parma che al Macfrut di Cesena, due fra le più importanti «vetrine» dell'agroalimentare nostrano. Se la cosiddetta «quarta gamma», cioè le verdure pronte all'uso, vive un momento d'oro, occorre tuttavia sottolineare come questa rappresenti oggi solamente il 10% del valore di mercato dei prodotti ortofrutticoli acquistati dalle famiglie. Si potrebbe fare di più, quindi, coinvolgendo naturalmente in maniera diretta i produttori agricoli. Creando magari più infrastrutture come hanno chiesto i giovani dell'Anga-Confagricoltura. Peraltro, i dati consuntivi del 2005 dell'Osservatorio Ortofrutta hanno evidenziato consistenti cali di consumo.
Certo, ci sono segnali di ripresa che, tuttavia, dovranno essere tutti consolidati. E, a giocare il ruolo forte sarà appunto la capacità dei produttori di saper rispondere sempre meglio alle sollecitazioni della domanda ed a quelle della concorrenza internazionale che va avanti per conto suo. In Cina, per esempio, si sta preparando una grande manifestazione autunnale dedicata proprio all'ortofrutta ma in cui, ad oggi, non è prevista nessuna presenza di produttori italiani. Eppure, proprio l'Italia è leader in Europa con quasi 16 milioni di tonnellate di ortaggi e 20 milioni di tonnellate di frutta.
Il caso dell'ortofrutta, d'altra parte, non è che uno fra i tanti. E d'altra parte, nuove tecnologie per l'agricoltura, per esempio, significa anche avere nuove capacità di dialogo fra i produttori, di realizzazione di piattaforme commerciali diverse da quelle fin qui attuate, nuove strategie e diverse intense per arrivare sui mercati finora poco toccati.