Alì-Foreman, l’alba in cui Zack ebbe il vero potere
«Ali bomayé», urla la gente, come in un ritornello ipnotico: “Ali uccidilo”. Ali, invece, ha un piano apparentemente suicida. A partire dal secondo round si appoggia alle corde, senza reagire ai colpi di Foreman. Li schiva quando possibile, o li incassa e basta, portando Foreman allo sfinimento fisico in quel caldo infernale. “Picchia più forte!”, “È questo tutto ciò che sai fare?” gli ripete sprezzante Ali, dopo ogni cazzotto ricevuto. Centinaia di colpi di Foreman arrivano al corpo di Ali, finché il campione in carica inevitabilmente provato dalla fatica, rallenta la sua azione. All’ottavo round Ali passa al contrattacco. Due colpi terribili e Ali si trasforma in un eroe epico, Foreman va a terra per la prima volta nella sua carriera. I centomila spettatori presenti nello stadio sono in estasi e tutto finisce nelle mani di Zack Clayton, arbitro dell’incontro, un ex campione di basket che aveva militato anche negli Harlem Globetrotters, finito lì a guardare così da vicino quello spettacolo straordinario. In Brasile si dice che non sia Rio de Janeiro la città più bella del mondo, ma Niteroi che le sta di fronte dall’altra parte della baia, proprio perché da Niteroi si può vedere Rio, “a cidade maravilhosa”. Chi più di tutti, dunque, ha avuto la fortuna di vivere questo momento iconico della storia dello sport mondiale? I due protagonisti? I loro secondi, all’angolo? Centomila tifosi svegli alle quattro del mattino? I giornalisti? I milioni e milioni di telespettatori in America? Don King? Il dittatore Mobutu? Io ho un’idea ce l’ho: si chiama Zack Clayton, l’ex cestista-arbitro lì, a un metro da Ali, “the greatest”, a un metro dall’epicentro di una delle più irripetibili storie di sport mai viste. Clayton, inizia a contare e il mondo intero va in apnea. Zack Clayton chiuderà il combattimento contando il KO di Foreman fino a nove, invece che a dieci. Scherzi di un inconscio che forse voleva dimostrare che quella sera, su quel ring al centro del mondo, il vero potere era tutto nelle sue mani. © riproduzione riservata