AL CENTRO DEL VILLAGGIO
Sessant"anni fa, il 9 aprile 1945, il famoso teologo protestante Dietrich Bonhoeffer veniva impiccato, su ordine di Hitler, a soli 39 anni. Rimangono i suoi scritti e la sua testimonianza come quella annotata il 30 aprile di un anno prima, da noi proposta oggi in forma semplificata. Il tema è suggestivo e sferzante: troppo spesso riduciamo Dio a un "tappabuchi" delle nostre necessità e della nostra impotenza. Si ricorre a lui nei casi eccezionali, nella malattia, nei tracolli, nell"ultimo istante di vita.Certo, egli è un Dio che non ci abbandona, è un Dio sofferente e quindi sta al nostro fianco e ci libera. Ma non perché lo riduciamo a comodo sostituto delle nostre incapacità o perché ricorriamo a lui solo nel tempo del pericolo, offrendogli qualche preghiera in un rapporto quasi economico. Egli vuole essere al centro della nostra vita, attraverso un"adesione d"amore, genuina e personale. E anche la Chiesa, corpo di Cristo, certo, si deve collocare sulla frontiera della colpa e della morte, ma dev"essere soprattutto al «centro del villaggio», cioè nella vita, nella festa, nel lavoro, nella speranza.