Aiutiamo Vincenzo: ha tre figli e non lavora
È una lettera breve, vergata con un formalismo d’altri tempi: «Chiedo a codesta e benemerita rubrica… ». Il parroco che ci scrive è anziano ma non ha smesso di commuoversi davanti alle sofferenze delle sue famiglie. E quella di Vincenzo è davvero profonda: sposato, con tre bambini che ama ma ai quali non riesce a garantire nemmeno l’indispensabile. La sua salute è malferma, entra ed esce dall’ospedale per una patologia di cui il sacerdote non entra nei dettagli. Sappiamo che in questi giorni è ricoverato e che non ha un lavoro perché non riesce a garantire la sua presenza.
Uno dei tre bambini è autistico «e ha bisogno di costante presenza e varie terapie». Il sacerdote scrive da una città del Sud Italia e racconta che «la situazione di questa famiglia è veramente pietosa e insostenibile e merita di essere presa in seria considerazione». Come spesso capita – le povertà si assomigliano tutte – la famiglia non riesce a pagare l’affitto, gli arretrati si accumulano e ora il rischio incombente è lo sfratto per morosità. «Certo che codesta lettera venga accolta, ringrazio per tutto il bene fatto nel tempo dando speranza di futuro a tante famiglie», conclude il parroco, che affida Vincenzo e i suoi cari alla generosità dei lettori. Si può aiutare anche con un piccolo contributo, utilizzando il Conto corrente postale 15596208 intestato ad Avvenire, “La voce di chi non ha voce”, piazza Carbonari 3, Milano. Assegni intestati ad Avvenire, “La voce di chi non ha voce”. Si può anche fare un versamento ad
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