Rubriche

Ai piedi della croce

Lorenzo Fazzini martedì 25 giugno 2024
Bisogna esser grati al saggista e filosofo francese Jean de Saint-Cheron che non ha avuto timore di rintracciare in uno scrittore controverso come il suo connazionale Michel Houllebecq una capacità di intuizione religiosa e un’inquietudine spirituale reali, pur dentro romanzi che spesso appaiono impregnati di nichilismo e orientati al libertinaggio. Prendiamo Serotonina (La Nave di Teseo), nel quale – scrive Saint-Cheron – «Houellebecq esplora la disperazione della materia per sé stessa e conduce il lettore dove questo percorso sempre si conclude: ai piedi della croce o alla canna della pistola». Ma è una delle ultime pagine che sorprendono il lettore, perché lì Houellebecq fa trasparire un’autentica nostalgia per il cristianesimo, così esplicitata: «In realtà Dio si occupa di noi, pensa a noi in ogni istante, e a volte ci dà direttive molto precise. Questi slanci d’amore che affluiscono nel nostro petto fino a mozzarci il fiato, queste illuminazioni, queste estasi, inspiegabili se consideriamo la nostra natura biologica, il nostro statuto di semplici primati, sono segni estremamente chiari. E oggi capisco il punto di vista del Cristo, il suo ripetuto irritarsi di fronte all’insensibilità dei cuori: hanno tutti i segni, e non ne tengono conto. Ed è proprio necessario che dia la mia vita per quei miserabili? È proprio necessario essere così esplicito? Parrebbe di sì». © riproduzione riservata