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Ai giovani serve il poeta Guccini e il giornalismo di Gianni Mura

Massimiliano Castellani domenica 24 marzo 2024
Che lo juventino Hans Nicolussi Caviglia, 23 anni, fosse una
mosca bianca (anzi bianconera) del nostro calcio, l’avevamo già sottolineato tempo fa da questa colonna settimanale. Spalletti non lo ha convocato nella sua Nazionale “Usa e progetta” che oggi affronta l’Ecuador, e allora il ragazzo dall’orecchio d’oro, il suo lunedì di riposo, senza campionato né Coppe, l’ha speso lontano dalla Continessa per coltivare la passione di famiglia: la musica di Francesco Guccini. L’amato Maestrone che il ragazzo sognava di incontrare fin da bambino, quando con suo padre in auto, «destinazione montagna», mandava a memoria tutte le sue canzoni. E il sogno si è realizzato. Il gigante del cantautorato italiano e il bambino prodigio della Juve di Max Allegri si sono dati appuntamento alla “Caciosteria” di Pavana, il paese buen retiro di Guccini, per un confronto tra generazioni, così lontane eppure così vicine. Una gioia pari a un gol per il giovane Hans che ha vissuto una giornata particolare senza doverla rilanciare sui social e ascrivendosi di diritto a quella categoria cantata da Guccini ne La locomotiva: «Gli eroi son tutti giovani e belli». Firenze piange e saluta per sempre un suo piccolo eroe esemplare, il dg Joe Barone. Notizia che su alcuni portali di quotidiani autorevoli diventa tragicomica con la titolazione “Morto il tycoon italo-calabrese”, confondendo anche le sue origini siciliane con quelle calabre del patron viola
Rocco Commisso, di cui il buon Joe è stato il fido braccio destro, fino all’ultimo respiro. Lo stesso portale tenta di rimediare al clamoroso autogol, rititolando “Morto il tycoon italo-siciliano” battezzando quindi, dopo la Calabria, anche la Sicilia come territorio extraitalico e cancellando i lunghi trascorsi americani del Barone di Pozzallo, provincia di Ragusa, Sicilia, dove mister Joe era nato ed era rimasto fino agli 8 anni. Detesto i professorini con la penna rossa che abbondano nel nostro mestiere, però comprendo sempre più perché oggi la geografia per i millennials è diventata una terra straniera: nessuno glie l’ha insegnata. Così come nessuno gli fa conoscere la storia del giornalismo e i suoi buoni maestri. Siamo nell’era della schiavitù digitale che fa sì che il Re-fuso ha preso il trono del Re-nudo. Calembour che avrebbero fatto la gioia di Gianni Mura. Il 21 marzo sono stati 4 anni di assenza per noi “senzaMura” al quale alla Fabbrica del Vapore di Milano è stata intitolata la Biblioteca dello Sport (per ora 600 libri sportivi sugli scaffali e altre donazioni in arrivo) ma personalmente lo omaggerei con l’intitolazione di qualche scuola di giornalismo, in cui mastro Mura ricorderebbe agli allievi che «oggi sui giornali uno come Giacomo Leopardi, lo taglierebbero. Gli griderebbero : “A’ gobbo, il naufragar m’è dolce non c'entra, te lo taglio!”. «Transit Gianni», direbbe il Beppe (Viola), e a questo punto come diresti tu: «Lardo ai giovani!». © riproduzione riservata