Agricoli, è spuntata la riforma
Nuova disoccupazione. Nell'intesa spicca la nuova disoccupazione agricola, per la cui indennità saranno sufficienti 51 giornate annue di lavoro. Vengono così superati gli attuali requisiti di 101 oppure di 151 giornate lavorate, che limitano fortemente il diritto ai sussidi economici. In caso di calamità naturali il requisito si abbassa a solo 5 giornate, limitatamente ai braccianti effettivamente occupati nelle colture danneggiate. L'importo dell'indennità aumenta dal 30 al 40% della retribuzione, un livello unico che supera i vecchi trattamenti differenziati. Il sussidio è accompagnato da una copertura di contributi figurativi, in modo da completare un anno pieno ai fini pensionistici. Per evitare facili accomodamenti, il lavoratore dovrà però partecipare con un appropriato contributo di solidarietà. Completa il pacchetto, l'estensione al settore della cassa integrazione straordinaria.
Agevolazioni. Incentivi e premi per le imprese che dichiarano nuove giornate di lavoro, che investono in sicurezza (sconto del 20% sui contributi Inail), oltre a sostegni per la formazione aperta a tutti i braccianti. Interventi anche in caso di mancato pagamento dei contributi previdenziali a causa di calamità naturali. Non ultima, l'abolizione del divieto di cumulo tra lavoro dipendente e pensione di anzianità in agricoltura. Accordo fatto anche per un ticket (comprensivo di compenso e di contributi previdenziali) per consentire a studenti e pensionati di essere assunti in forma semplificata per la raccolta delle uve. E in futuro probabilmente anche per le raccolta delle olive e della frutta.
Condono. Il condono agricolo ancora in corso per sanare i vecchi debiti con l'Inps, pagando solo il 30%, chiude il prossimo 8 ottobre. L'occasione di ripartire con situazioni regolari non sembra però pienamente apprezzata dalle aziende debitrici. Il basso livello di adesioni finora registrato, malgrado la conveniente riduzione del debito, rischia di annullare l'intera operazione affidata a due banche collettrici. Sul condono pesa però un complesso «gioco dell'oca» fra gli uffici interessati.